Concessione Banca d’Italia e Ruspi, Campagna (PD): “Fruizione di pochi a discapito della collettività”

"Parliamo di Centenario e di Capitale della Cultura, e poi non abbiamo idee su come gestire gli spazi in centro"

Valeria Campagna, capogruppo del Partito Democratico, ha espresso durante la discussione nel consiglio comunale odierno, forti perplessità relative alla concessione trentennale all’Università La Sapienza dell’ex sede della Banca d’Italia e dell’ex Garage Ruspi, di proprietà del Comune di Latina, e su cui la precedente amministrazione aveva avviato progettazioni che sono state completamente disattese. 

«Questa concessione è la dimostrazione che manca una visione del centro storico, oltre che del patrimonio culturale e della reale vocazione della città. La maggioranza dimostra ancora una volta incapacità amministrativa e preferisce limitarsi ad affittare a terzi spazi pubblici di grande pregio piuttosto che provare a gestirli e valorizzarli, nonostante il tanto declamato DDL del Centenario e i diversi milioni di euro in arrivo che potevano assicurare anche un po’ di agio nella gestione. Perdiamo l’occasione di creare spazi pubblici aperti a tutte e tutti per lo studio, l’aggregazione e la cultura».
Nel 2021, l’amministrazione comunale di Latina ha acquisito l’edificio dell’ex Banca d’Italia con un investimento di 3 milioni di euro per renderlo uno spazio polifunzionale e per ospitare una nuova biblioteca, grazie al lavoro degli allora assessori Proietti, al bilancio, e Ranieri, ai lavori pubblici. Erano, inoltre, stati stanziati in bilancio 40.000 per la progettazione di questi spazi, progettazione mai portata avanti a causa della sfiducia verso l’amministrazione Coletta da parte della destra, oggi al governo. Senza contare gli oltre 1,2 milioni di euro del PNRR che erano stati destinati alla realizzazione di uno spazio espositivo al Garage Ruspi. 

«Voglio premettere che siamo tutti favorevoli alla presenza dell’Università a Latina e alla concessione di spazi adeguati. Ma credo che ci possano essere spazi più adatti: penso all’ex Tabacchificio, ad esempio» dichiara Campagna.
Tra l’altro, la concessione trentennale concessa dalla maggioranza Celentano, è stata decisa senza alcun tipo di coinvolgimento della minoranza, né della cittadinanza, un gesto che dimostra la natura di una scelta fatta da chi vuole liberarsi di questi beni perché privo di idee o incapace di gestirli. Tale concessione segue, per altro, una logica inversa: si concedono spazi ancor prima della richiesta dell’Università e lo si fa senza aver acquisito una progettazione, né tantomeno conoscendo le intenzioni di investimento dell’Università sul nostro territorio per accrescere il numero di studenti e l’offerta formativa. 

«Non basta dare spazi per far diventare Latina una città universitaria. L’amministrazione dovrebbe lavorare per offrire servizi a studentesse e studenti: residenze universitarie, appartamenti con affitti calmierati, mense, biblioteche, sale studio, trasporti efficienti, strutture ricreative e sportive, spazi culturali e sociali. La biblioteca Manuzio è parzialmente chiusa e dopo un anno di amministrazione nulla è stato fatto per completare i lavori di riapertura, né tanto meno per approvare una progettazione per dotare la nostra città di una nuova Biblioteca».

«Questa concessione è l’ennesima occasione persa» conclude la capogruppo PD, «questi due importanti immobili sarebbero potuti diventare spazi culturali aperti a tutta la cittadinanza e invece saranno per 30 anni sottratti all’uso collettivo e destinati all’utilizzo esclusivo dell’università La Sapienza».

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