“Siamo in piena emergenza”, non usano mezzi termini i rappresentanti dell’Associazione produttori agricoli del Lazio (Aspal) per spiegare la situazione nella quale si trovano a causa degli effetti del caro carburante e della siccità.
Per questo l’associazione ha rivolto la propria richiesta di aiuto alla Regione Lazio, ma anche al Governo nazionale. Questo, in sintesi, quanto discusso nei giorni scorsi in commissione Agricoltura e ambiente del Consiglio regionale del Lazio.
“I costi del gasolio agricolo e dell’acqua per irrigazione sono raddoppiati – spiegano in una nota – Bisogna intervenire sui prezzi, siamo sottoposti a speculazioni inaccettabili. Manca la mano d’opera, serve un’opera di formazione per il personale agricolo, bisogna semplificare le assunzioni, con agevolazioni fiscali per il lavoro stagionale. Chiediamo un sistema assicurativo per proteggere il reddito aziendale dalle calamità e dai danni da fauna selvatica, bisogna cambiare i criteri di attribuzione dei fondi del Programma di sviluppo rurale, quelli attuali favoriscono le grandi lobby. Infine, chiediamo un serio piano di abbattimento dei cinghiali e la sterilizzazione nelle aree protette”.
“Servono risposte normative – ha replicato l’assessorato regionale – come, ad esempio, una riforma del lavoro nel settore agricolo e serve un aumento dei fondi a disposizione per quanto riguarda le calamità naturali, i fondi nazionali coprono meno del 10 per cento dei danni stimati. Dobbiamo mettere in campo un’importante opera di prevenzione: nel Lazio abbiamo meno del 3 per cento di prodotto assicurato. Per quanto riguarda l’abbattimento dei cinghiali, la diffusione della peste suina può almeno diventare un’occasione per accelerare. Servono misure nazionali più incisive per contenere il caro carburanti, continueremo a fare la nostra parte nella conferenza Stato-Regioni. Essenziale il tema delle fonti rinnovabili e, con i parchi agrisolari, e del recupero energetico”.