Capitale della Cultura 2026, domani la proclamazione del vincitore

Sale l'attesa per i due progetti pontini entrati nella Top 10: "Latina Bonum facere" e quello di Gaeta "Blu, il Clima della cultura"

È terminata la lunga attesa per scoprire quale tra le 10 città finaliste sarà nominata Capitale italiana della Cultura 2026. Domani alle 11 a Roma, nella sala Spadolini del Ministero della Cultura, si svolgerà la cerimonia di proclamazione della città vincitrice del titolo, alla presenza del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e della giuria presieduta da Davide Maria Desario. Le città finaliste, che hanno presentato i loro dossier in due audizioni pubbliche che si sono svolte il 4 e il 5 marzo scorsi, sono dieci e tra queste la provincia di Latina è decisamente ben rappresentata con la città capoluogo e il suo progetto “Latina bonum facere” e quella di Gaeta con il dossier “Blu, il Clima della cultura”.

Mentre a Gaeta si attende con trepidazione l’esito, a Latina la vigilia dell’appuntamento finale è stata condizionata da alcune polemiche che sono scattate via social. Secondo alcuni la proposta progettuale avanzata dalla città capoluogo è debole e senza alcun piano di sviluppo, mentre i responsabili dell’iniziativa, che comunque è stata giudicata tra le prime dieci in Italia, difendono il proprio lavoro segnalando come mai prima di oggi la città sia potuta stare sotto i riflettori per una serie di azioni positive. Il tempo per le polemiche, però, sembra finito e domani si scoprirà se la provincia di Latina sarà stata sufficientemente considerata rispetto alle altre città che hanno ottenuto l’accesso alla finalissima

Le 10 città finaliste

Agnone (Isernia), “Agnone 2026: Fuoco dentro. Margine al centro”
Alba (Cuneo), “Vivere è cominciare. Langhe e Roero, un’altra storia”
Gaeta (Latina), “Blu, il Clima della cultura”
L’Aquila, “L’Aquila. Città Multiverso”
Latina, “Latina bonum facere”
Lucera (Foggia), “Lucera 2026: Crocevia di Popoli e Culture”
Maratea (Potenza), “Maratea 2026. Il futuro parte da un viaggio millenario”
Rimini, “Vieni oltre. Il futuro qui e ora”
Treviso, “I sensi della Cultura”
Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena), “Valdichiana 2026, seme d’Italia”

La storia della Capitale della Cultura

Le Capitali europee della cultura (in inglese European Capitals of Culture, ECOC) e la Capitale italiana della cultura sono iniziative volte allo sviluppo delle città tramite la valorizzazione del patrimonio culturale e la promozione della cultura. Le Capitali europee della cultura, gestite dalla Commissione europea, sono state lanciate nel 1985 dall’allora Consiglio dei ministri europei (ora dell’Unione europea). Il titolo, da allora al 2021, è stato attribuito a più di 65 città in tutta Europa. Le città italiane insignite fino ad ora sono: Firenze (1986); Bologna (2000); Genova (2004); Matera (2019); Gorizia con Nova Gorica (2025). La Capitale italiana della cultura è stata istituita nel 2014. Il titolo viene conferito annualmente a una città dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro della cultura. Ad oggi, hanno ricevuto il riconoscimento: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015); Mantova (2016); Pistoia (2017); Palermo (2018); Parma (2020-21); Procida (2022); Bergamo-Brescia (2023); Pesaro (2024); Agrigento (2025).

La diretta web programmata per le 11 di domattina

Qui la diretta sul canale YouTube del Ministero

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Simone Di Giulio
Simone Di Giulio
Direttore Responsabile Simone Di Giulio inizia a scrivere nel 2003 e nel 2006 entra nell’albo dei Pubblicisti dell’Ordine dei Giornalisti. Vanta diverse esperienze come redattore e corrispondente in alcuni quotidiani della provincia di Latina, come “Il Territorio” e “Il Tempo”. È stato direttore della rivista “Utopia Magazine”, del quotidiano online “Mondoreale” e caporedattore de “I Lepini”. Ha collaborato con alcune riviste e con enti pubblici ed ha partecipato come docente a corsi sulla comunicazione.

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