Bambini rinchiusi tra sporcizia e cani a Latina: il CNDDU denuncia un fallimento della rete di protezione

Il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani lancia un appello: servono interventi strutturali per prevenire abbandono e degrado

La vicenda dei cinque bambini, uno dei quali con disabilità, trovati in un appartamento di Latina costretti a vivere tra dodici cani, feci, urina e sporcizia, ha sollevato un’ondata di indignazione e preoccupazione. A intervenire con fermezza è il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU), che parla di “fallimento sistemico nella protezione dei soggetti più vulnerabili”.

Secondo il presidente del CNDDU, prof. Romano Pesavento, quanto accaduto non è un caso isolato ma il sintomo di un problema più profondo: “L’esposizione a un ambiente privo di ordine, sicurezza e stimoli adeguati compromette lo sviluppo emotivo, cognitivo e relazionale dei bambini, con effetti che possono durare per tutta la vita”.

Il fallimento della rete familiare e istituzionale

Il coordinamento sottolinea come l’assenza dei padri, la fragilità psicologica e sociale degli adulti presenti e la convivenza forzata con un numero eccessivo di animali abbiano messo in luce la totale inadeguatezza del supporto offerto alle famiglie in difficoltà. “L’intervento emergenziale non basta – avverte Pesavento – servono percorsi integrati che comprendano accompagnamento psicologico, sostegno educativo e monitoraggio costante”.

Bambini e animali: una tutela che riguarda tutta la comunità

Il CNDDU richiama l’attenzione sul legame tra il degrado subito dai bambini e quello degli animali coinvolti. “Ogni episodio di trascuratezza è un termometro del grado di responsabilità collettiva e istituzionale – si legge nella nota –. Proteggere i minori significa prendersi cura dell’intera comunità”.

L’appello alla società civile e alla scuola

Il coordinamento invita cittadini, operatori educativi e insegnanti a farsi parte attiva nella prevenzione di simili drammi: “La scuola è un presidio insostituibile per educare ai diritti, costruire comunità solidali e intercettare i segnali di fragilità. Vigilanza, empatia e impegno quotidiano sono le armi più efficaci per impedire che un bambino cresca in condizioni che ne minaccino la dignità”.

La vicenda di Latina, conclude il CNDDU, deve diventare un monito: “La vera tutela dei diritti umani non si esaurisce nell’intervento d’urgenza, ma richiede prevenzione, educazione e cura continua, perché nessun bambino deve essere lasciato solo di fronte al degrado e all’abbandono”.

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