Arcigay Latina e Centro Donna Lilith al quartiere San Valentino: “Per Renèe e Nicoletta e tutte le sorelle uccise”

"Continueremo a sensibilizzare e abitare gli spazi per renderli sicuri, perché i femminicidi sono solo la punta dell’iceberg"

Ieri, lunedì 19 febbraio, alle ore 18, sono state tantissime le persone che sono scese in piazza nel quartiere San Valentino a Cisterna per partecipare alla manifestazione contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, promossa da “Arcigay Latina – Sei come Sei” e Centro Donna Lilith Casa Rifugio Emily. “Per Renèe e Nicoletta e tutte le sorelle uccise. Per Martina e Alessia, per Elisa, Desirèe, Tiziana, Francesca, Martina. E per noi che con Desyrèe continueremo la nostra lotta. Continueremo a sensibilizzare e abitare gli spazi per renderli sicuri, perché i femminicidi sono solo la punta dell’iceberg” dichiarano da Arcigay Latina e promettono “Ora a San Valentino e domani in ogni luogo in cui sarà necessario essere. Non c’è più dolore, solo rabbia”.

Spiega Anna Claudia Petrillo della segreteria nazionale di Arcigay: “La manifestazione è stata organizzata nella convinzione che attraversare gli spazi, dare voce ai corpi, alla rabbia, senza nascondere la testa sotto la sabbia, sia l’unica strada possibile. L’abbiamo fatto perché persone trans, persone della comunità lgbtqia+ e donne di Cisterna di Latina, ci hanno chiesto di essere lì, proprio nel quartiere San Valentino. L’incontro – sottolinea Petrillo – è stato fondamentale per presidiare il territorio e dare degli strumenti di uscita dalle reti della violenza. La nostra associazione e il Centro Donna Lilith hanno gli strumenti per fornire aiuto. Grazie a personale qualificato, numeri verdi, operatrici antiviolenza riescono a salvare vite. La presenza alla manifestazione era attiva, trasversale. Un’uscita dal silenzio”.

Francesca Innocenti, presidente Centro Donna Lilith, dichiara: “Dobbiamo fermarci e pensare di organizzare dei momenti di riflessione che diano la possibilità a tutte e tutti di conoscere la violenza e di riconoscerne i primi segnali per chiedere aiuto ai centri antiviolenza e salvare la propria vita. Oggi abbiamo iniziato a farlo e nel futuro dobbiamo lavorare insieme per scardinare la violenza patriarcale che è alla base della nostra cultura. Perché un “no”, sia un “no” per sempre. E perché se decido liberamente di concludere una relazione affettiva, non ci sia più un uomo che decide di non rispettarmi ed uccidermi”.

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