Aprilia riparte dalla legalità, ecco quando scade il bando per l’anticorruzione

Dal Comune sciolto per mafia, l’avviso per coinvolgere associazioni e partiti nel risanamento della gestione della cosa pubblica

Aprilia tenta di riscattarsi dall’immagine di città mafiosa e lo fa ripartendo dalla legalità e dalla trasparenza e ad aprire la strada a un percorso che punta a stimolare gli abitanti della città più a nord della provincia di Latina è proprio il Comune. L’ente, chiamato ad aggiornare la sezione Rischi corruttivi e trasparenza del Piano Integrato di attività e Organizzazione, ha invitato i cittadini singoli, le associazioni e i partiti a presentare osservazioni o proposte per prevenire la corruzione all’interno della Pubblica amministrazione.

Il termine per presentare le osservazioni scadrà il 18 dicembre, per i dettagli occorre collegarsi al link https://dgegovpa.it/Aprilia/amministrazionetrasparente/Altricontenuti/Altricontenutiprevcorruzione.

Un lasso di tempo all’apparenza ristretto, soprattutto per una città che è ancora profondamente scossa dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose, ma che giunge in un momento opportuno perché potrebbe essere la cartina di tornasole per mostrare la parte buona della città, quella parte che non si è fatta piegare dalla delusione e dallo sconforto, ma che – invece- punta al riscatto.

Proprio nei giorni scorsi è stato presentato a Roma il Dossier realizzato da Avviso pubblico, l’associazione costituita nel 1996 da amministratori locali che si impegnano nel promuovere la cultura della legalità; l’ultimo lavoro dal titolo “Il male in Comune”, ha fotografato casi e numeri delle amministrazioni sciolte per mafia.

Nelle oltre 100 pagine di studio, sull’inquietante realtà di molti enti locali italiani soprattutto nel Sud della Penisola, il nome di Aprilia compare ben cinque volte e sempre come esempio negativo:  la città pontina, a causa della vicinanza dell’Amministrazione ai clan, avrebbe un apparato politico-amministrativo inadeguato, incapace di vigilare sulla regolare gestione dell’amministrazione e con un rapporti è così radicato tra la politica e i clan che a sostenere alcune liste sono addirittura noti esponenti di famiglie mafiose.

Dal 1991 – anno in cui fu approvato il decreto-legge n.164 sullo scioglimento delle amministrazioni locali conseguente a fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso, in Italia è stato commissariato un ente locale al mese eppure, nonostante ciò, i condizionamenti sono rimasti e il fenomeno non accenna ad arrestarsi.

La legge, che è stata oggetto di numerose modifiche nel corso degli anni, è nuovamente al centro del dibattito: è opportuno o meno riformare ancora la disciplina dello scioglimento degli enti in odore di mafia? Per il presidente dell’Anac, l’organo che previene la corruzione nell’attività della pubblica amministrazione, Giuseppe Busi ha rimarcato come occorra potenziare “i meccanismi di trasparenza dell’azione pubblica, sia in quanto baluardo contro le infiltrazioni, sia per assicurare il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali pubblici sia, infine, come strumento di efficienza”.

Come emerge dal dossier di Avviso Pubblico i documenti relativi allo scioglimento e al lavoro dei commissari prefettizi, sono riservati, mentre in nome del principio di trasparenza andrebbero resi pubblici e ciò per rendere i cittadini maggiormente consapevoli e partecipi della vita della loro città.

Conoscere quali sono i punti deboli per ripartire e risanare la cosa pubblica.

Questo perché, ne sono fermamente convinti molti amministratori italiani, i Comuni sciolti per mafia potrebbero divenire laboratori di buona amministrazione e, quindi, di buona politica.

Attendiamo, allora, di conoscere quanti e quali suggerimenti arriveranno Ad Aprilia affinché sempre più settori della pubblica amministrazione vengano sottratti dagli interessi delle organizzazioni malavitose.

Siamo solo all’inizio.

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