Aprilia – Aree percorse dal fuoco, stop al riutilizzo

Per quindici anni sulle zone colpite non potranno essere variate la destinazione d’uso. Censito il territorio dal 2012 al 2024

Terreni distrutti dalle fiamme, roghi che spazzano via zone boschive, incendi appiccati per distruggere rifiuti abbandonati nella campagna apriliana. Da oggi lo stop al riutilizzo di siti inquinati arriva grazie ad un albo. In attuazione della Legge 353/2000, il Comune di Aprilia ha, infatti, pubblicato gli elenchi provvisori dei soprassuoli che sono stati percorsi dal fuoco tra il 2012 e il 2024. Per trenta giorni saranno disponibili sull’Albo Pretorio online tutti i terreni interessati dal fenomeno: per quelli inseriti nel registro sarà vietato il cambio di destinazione d’uso per 15 anni.  

Gli elenchi sono documenti ufficiali con i quali sono stati mappate le aree boschive e i pascoli nel Comune di Aprilia che sono stati bruciati; il loro censimento è utile ai cittadini per conoscere se il terreno che a loro interessa è stato colpito da incendi. Anche se è comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente, negli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dagli eventi previsti dal presente comma, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell’atto

Le aree che sono state teatro di roghi sono state perimetrate ed i rilevamenti sono stati rilevati dalla banca dati del Sistema Informativo della Montagna (SIM). In particolare, tra gli anni 2008 e 2009 vaste aree della campagna apriliana furono distrutte da roghi, addirittura quasi 9 ettari, mentre per altri incendi avvenuti negli anni recenti, tra il 2017 e il 2018, sono finite nel registro anche circa 4 ettari. Ad essere colpita fortemente fu l’area di La Gogna, una zona molto ricca di boschi e vegetazione.

L’esistenza della macchia boschiva, infatti, condiziona i vincoli paesaggistici: pertanto l’eliminazione di boschi e radure compromette la preservazione delle aree che sono invece da tutelare.

La provincia di Latina, nel Lazio, è prima per il numero di incendi. Prendiamo ad esempio in esame il 2008: secondo una indagine condotta all’epoca da Legambiente i roghi passarono dai 778 nel 2007 a 347 nel 2008, con una diminuzione del 55%, che portò il Lazio dal 5° al 7° posto della classifica nazionale; in netta controtendenza rispetto al dato regionale la provincia di Latina quello stesso anno vide andare in fumo 1.228 ettari, distribuiti su 22 Comuni, per un totale di 143 incendi. Un dato confermato anche da una indagine Istat che ha analizzato i reati contro il paesaggio: tra il 2006 e il 2015 i comuni dove si sono verificati i casi di incendio boschivo ad opera di ignoti, sono stati quelli intorno a Roma, nel Sud pontino, in aree della Liguria e della Puglia, Calabria e Sicilia.

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