Addio ‘pizzo’: la criminalità si sposta sul metaverso e dark web

Hacker professionisti a libro paga, sommergibili radiocomandati e droni per gestire il traffico di droga e di armi e altro: le ‘cybermafie’

Hacker professionisti a libro paga, sommergibili radiocomandati e droni per gestire il traffico di droga e di armi, intelligenza artificiale. Sono le ‘cybermafie’, la nuova frontiera della criminalità organizzata che, agendo prettamente sul web, dove hanno oramai spostato molte delle loro attività, cavalcano sempre più abilmente l’onda dell’innovazione tecnologica e informatica per ampliare il loro raggio di azione e aumentare i profitti: organizzazioni ibride, capaci di di operare tanto nella realtà analogica quanto in quella digitale, che al tradizionale ‘pizzo’ affiancano le estorsioni online, puntando sul metaverso e sul dark web e reclutando non più solo avvocati, commercialisti, broker, notai o agenti immobiliari, ma soprattutto ingegneri informatici, hacker e drug designer.

Le mafie nel cyberspazio

È questo l’inquietante quadro che emerge dal Rapporto ‘Cyber organized crime – Le mafie nel cyberspazio’, presentato stamattina alla Camera dei deputati dalla Fondazione Magna Grecia, che quest’anno celebra i 40 anni dalla sua nascita, è già illustrato lo scorso aprile all’Onu, a New York. Alla conferenza stampa a Montecitorio hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Fondazione, Nino Foti, il procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, il curatore del rapporto ed esperto di fenomeni criminali di tipo mafioso, Antonio Nicaso, docente alla Queen’s University Canada, e la presidente della commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo.

Il rapporto della fondazione Magna Grecia


Il rapporto di Fondazione Magna Grecia, ha commentato Colosimo aprendo l’incontro, “ha un doppio grande merito: da un lato offre una ricognizione e un’analisi accurate dei fenomeni criminali, dall’altro propone una serie di suggerimenti e indicazioni utili a prevenire e reprimere il cybercrime”. Quanto alle misure di contrasto, ha aggiunto, “alcuni importanti passi avanti sono stati fatti recentemente. Nell’aprile 2023 il Parlamento ha approvato norme di controllo sui trasferimenti delle criptovalute per prevenirne l’uso nel riciclaggio di denaro, nel finanziamento del terrorismo e in altri reati. Il disegno di legge sulla cybersecurity, poi, può costituire un efficace strumento di lotta al cybercrime in Italia. Una priorità, soprattutto considerando l’aumento degli attacchi informatici in settori cruciali come le Pmi, il sistema sanitario e finanziario, la pubblica amministrazione”.

Gratteri: “Nelle banche online tecnologie che la polizia si sogna”

“Sto vedendo più interesse sul tema da parte della commissione Antimafia che non di altre sedi istituzionali in cui potrebbero essere prese immediate decisioni operative e tecniche”, le parole di Gratteri. “Stimo la presidente Colosimo perché sta facendo più di quello che potrebbe o dovrebbe fare, contrariamente ad altri pezzi delle istituzioni”, ha detto il procuratore. Spiegando che “e organizzazioni criminali considerano ormai il ‘vecchio’ pizzo come qualcosa di superato”, e che ormai le mafie creano ad hoc delle banche online per riciclare anche miliardi di dollari, come in un recente caso di camorra. “La cosa che ci ha sorpreso è che nelle banche sequestrate abbiamo scovato tecnologie che la nostra Polizia giudiziaria nemmeno si sogna. Purtroppo nelle azioni di contrasto alle mafie, l’Italia è rimasta indietro rispetto a Paesi come Germania, Olanda e Belgio che ora devono aiutarci. Nelle forze dell’ordine mancano del tutto giovani ingegneri in grado di dare quella spinta di cui il nostro sistema ha bisogno. Stiamo perdendo troppo tempo e tanto campo”, ha concluso Gratteri. Il professor Nicaso ha infatti spiegato come “quella del 2024 sia una criminalità organizzata sempre più addentrata nel cuore dell’innovazione tecnologica e informatica”. E in questa competizione criminale, “chi è rimasta indietro sull’utilizzo del web, come cosa nostra americana, rischia di scomparire”, ha sottolineato l’esperto.

Foti: “Elaborato indice per determinare livello di rischio informatico”

“Dopo l’esperienza dello scorso anno, abbiamo sentito l’esigenza di predisporre un secondo rapporto che esaminasse l’ibridazione delle mafie nel mondo digitale, rivelando come si siano evolute negli ultimi anni per sfruttare le opportunità offerte dalla tecnologia”, ha spiegato Foti. Proprio per questo, l’obiettivo primario di autorità e investigatori di tutto il mondo deve essere quello di essere al passo con i tempi. Ecco perché, ha detto ancora il presidente della Fondazione Magna Grecia, “grazie a un accurato lavoro di analisi abbiamo sviluppato un indice che permette di determinare in modo sintetico l’effettivo livello di rischio di istituzioni e imprese in caso di attacchi informatici. Disporre di una misura sintetica come questa è fondamentale per orientare le decisioni della politica, poiché fornisce un quadro chiaro e comprensibile della portata e dell’evoluzione delle minacce cibernetiche, consentendo ai policy maker di valutare l’impatto socioeconomico della criminalità informatica in un dato territorio e di prendere le decisioni conseguenti con un approccio più razionale e più efficace”, ha chiosato Foti. – Fonte Agenzia Dire www.dire.it –

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