“Acqualatina, no alle speculazioni finanziarie”: l’affondo delle minoranze

“Una ventennale gestione mista del servizio idrico integrato, con capitale misto pubblico e privato, che ha prodotto aumenti delle tariffe e dei costi per le famiglie e i cittadini, investimenti insufficienti per raggiungere standard adeguati di efficienza, incapacità di risolvere il problema delle continue perdite sulla rete, ancora una quantità di territorio e di popolazione inaccettabile sprovvista del servizio idrico, nessun significativo miglioramento per la cittadinanza ma ottimi affari nella compravendita azionaria tra i grandi players sul mercato”.

La coalizione composta da PD, Movimento 5 Stelle e Terracina Rinasce presenta una mozione su Acqualatina, con primo firmatario Fabrizio Di Sauro, capogruppo consiliare della ‘Città del Possibile’,  e con la firma dei consiglieri Pierpaolo Chiumera, capogruppo della lista PD e Daniele Cervelloni Vicepresidente del Consiglio comunale a seguito della notizia resa pubblica dalla stampa dell’acquisizione, da parte di Italgas, della partecipazione della società Veolia in Acqualatina.

“Il tutto senza alcun interpello né informazione diretta alla società Acqualatina o alla Conferenza dei Sindaci o al Presidente dell’EGATO 4 – affermano gli esponenti dei movimenti –   E dunque il soggetto privato che avrebbe dovuto migliorare la qualità del servizio idrico dei cittadini del territorio della provincia di Latina compreso nell’ATO 4, che avrebbe dovuto migliorare la qualità della rete di distribuzione e risolvere definitivamente le perdite di circa il 40%, che avrebbe dovuto portare l’acqua laddove l’acqua, tutt’oggi nel 2023, ancora non arriva (vedi Camposoriano a Terracina), che avrebbe dovuto portare le condotte fognarie in tutte quelle parti della città che ancora oggi utilizzano le fosse settiche, e che, soprattutto, avrebbe dovuto apportare straordinarie capacità economiche e tecniche tali per cui i cittadini finalmente avrebbero goduto di un servizio efficiente, efficace, economico e soddisfacente rispetto a qualunque altro modello di gestione, si vende la sua partecipazione realizzando un bel po’ di milioni di euro in termini di equity value”.

“Dovremmo forse sentirci soddisfatti perché finalmente il socio privato anziché essere francese è italiano? – continuano – Cioè dovremmo credere ancora che le azioni finanziarie che vanno in giro per i mercati di tutto il mondo conservano una nazionalità di origine? Questo avvenimento riporta in primo piano il problema della gestione dell’Acqua pubblica – afferma Di Sauro – che non può assolutamente essere trattato come un qualunque altro bene o servizio su cui si possono fare speculazioni finanziarie. L’Acqua è un bene necessario per la sopravvivenza della specie Umana e le decisioni che riguardano l’Acqua non possono, assolutamente, essere nelle mani degli speculatori finanziari”.

“Con questa mozione noi vogliamo provocare finalmente una discussione seria sul modello di sviluppo in cui stiamo vivendo – prosegue Di Sauro – e capire dove, come e quando l’interesse privato nella gestione dell’Acqua ha rappresentato un vantaggio per il cittadino e per il pubblico. Sicuramente ad oggi, con questa operazione di compravendita, il privato realizza un ottimo risultato economico a beneficio della Veolia, dei suoi manager, dei suoi finanziatori e dei suoi azionisti. E sicuramente l’Italgas, che annovera tra i suoi soci conglomerati finanziari del livello della Blackrock inc., è interessata a fare ancor meglio della Veolia i propri interessi. Questo è lo scopo del sistema capitalistico finanziario nel quale viviamo: creare valore per le azioni e non creare miglioramenti per la qualità della vita dei cittadini. Oggi il nodo della forma di capitalismo attuale (che non è più il capitalismo del miracolo industriale) è che esso specula sul mero capitale finanziario. Ha uno scopo preminente che è quello di produrre capitale finanziario, solo capitale finanziario e sempre più capitale finanziario, per cui dominano le società multinazionali finanziarie che assomigliano sempre più ad associazioni a delinquere. Per queste ragioni su un bene necessario alla vita umana come l‘Acqua dobbiamo tornare, obbligatoriamente, ad una gestione esclusivamente pubblica, così come hanno deciso 26 milioni di italiani con il referendum del 2011. Come farlo è questione di intelligenza, ingegno, tecnica, decidere di farlo è questione della Politica”.

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