Acqualatina, le associazioni dei consumatori sul piede di guerra

La posizione delle associazioni Assoconfam, Codacons, Codici e Fedicons in questi ultimi anni hanno spesso contestato la gestione

Le associazioni dei consumatori Assoconfam, Codacons, Codici e Fedicons in questi ultimi anni hanno spesso contestato la gestione di Acqualatina, che rappresenta situazioni di cassa che riteniamo poco credibili. Infatti, il Gestore sta rappresentando difficoltà di cassa derivanti, in particolare, dalle morosità sia da parte delle utenze private che degli Enti pubblici del territorio nel quale opera. A questo punto, le scriventi Associazioni ritengono necessario dover eccepire che le morosità (per quanto rilevate in quantità economica notevolissima) a seguito della Deliberazione n. 311/2019 di ARERA (ovvero l’Autorità di regolazione competente in materia) vengono poste a carico degli utenti del servizio idrico che, in quanto tali, sono considerati dei veri e propri bancomat. Infatti con la citata Deliberazione ARERA ha autorizzato le società che gestiscono il Sistema idrico integrato, così come anche Acqualatina, ad inserire nell’articolazione del sistema tariffario (ovvero acquedotto, fognatura e depurazione), i mancati introiti derivanti dagli utenti morosi, siano essi semplici cittadini o partite IVA ma anche enti pubblici.

Per questo motivo i mancati incassi derivanti dalle morosità vengono coperti anno dopo anno dagli utenti virtuosi, con l’approvazione dei vari sistemi tariffari ad opera della Conferenza dei Sindaci. Pertanto, ci sembrano assolutamente poco credibili le notizie secondo le quali Acqualatina sarebbe in difficoltà finanziarie tali da richiedere un aumento del capitale sociale di circa 30 milioni di euro, portandolo ad oltre il doppio di quello attuale. Tra l’altro, non possiamo evitare di evidenziare che Acqualatina, quando recupera le somme delle morosità a seguito delle procedure attivate, dovrebbe restituire agli utenti/bancomat il denaro ad essi forzosamente prelevato per quanto appena detto, invece, tranne che pochissimi spiccioli (circa 87 centesimi di euro, rimborsati molti anni fa) non ha più rifuso nulla di tali somme, che, evidentemente, sta trattenendo indebitamente nelle proprie casse. Infine, vogliamo anche chiedere a tutti i sindaci dei 38 comuni che costituiscono il territorio dell’ATO 4 se abbiano mai attivato la procedura del controllo analogo, incaricando i propri uffici di verificare direttamente l’operato del gestore ed i suoi flussi di cassa, così come essi devono fare per la gestione degli enti comunali da essi amministrati o se si fidino ciecamente di quanto viene loro sottoposto in occasione delle sedute della Conferenza dei sindaci chiamate ad approvare i bilanci della SpA di cui essi rappresentano il 51% delle quote. Ciò stante, invitiamo i sindaci che tra qualche giorno saranno chiamati ad approvare o a negare l’incremento delle quote societarie a valutare anche gli elementi appena esposti prima di esprimere la loro decisione.

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