Assemblea Pubblica Assiterminal, il Presidente Acampora illustra i dati del XII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare

"Con 228 mila imprese e 1 milione di occupati, l’Economia del Mare in Italia genera un valore aggiunto diretto pari a 64,6 miliardi di euro"

“Quella di oggi è un’occasione importante di confronto, in un momento storico in cui l’Economia del Mare, con tutte le sue filiere, ha conquistato una centralità mai conosciuta sinora, dovuta all’importante contributo del Governo. Abbiamo finalmente un panorama istituzionale estremamente favorevole; grazie al Ministro del Mare e alla sua Struttura Tecnica di Missione, ora Dipartimento, abbiamo un interlocutore unico e attento e l’indispensabile cornice politica, come dimostra la recente istituzione del Dipartimento per le politiche del Mare presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. – CosìPresidente di Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone Latina, Giovanni Acampora, ha aperto il suo intervento all’Assemblea Pubblica Assiterminal, a Roma, presso la sede di Unioncamere. Alla presenza dei Capi di Gabinetto dei principali Ministeri interessati, il Presidente Acampora ha analizzato nuovi importanti dati contenuti nell’ultimo Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, giunto alla sua dodicesima edizione e realizzato dall’Osservatorio nazionale sull’Economia del mare “Ossermare” insieme al Tagliacarne, il Centro Studi di Unioncamere. Hanno portato il loro contributo al dibattito, il Ministro Adolfo Urso e il Viceministro Edoardo Rixi.

“Tra le direttrici del Piano del mare, Portualità e logistica, Transizione ecologica dell’industria del Mare, Industria armatoriale, sono ampiamente declinate in una visione del “Sistema porto” che va oltre il concetto di infrastruttura marittima: una visione di rete logistica al servizio dell’intero settore dello shipping. L’impegno di tutti deve essere quello di dare concretezza al Piano del Mare e, con grande soddisfazione, posso affermare che stiamo ottenendo una grande capacità di ascolto delle nostre proposte a tutti i livelli istituzionali. Porti e mobilità marittima sostenibili e intelligenti, sono tra i pilastri del percorso trasformativo in atto, che richiede ingenti investimenti nella Ricerca, con una dimensione economica degli interventi senza precedenti. Sulla digitalizzazione, sulla sostenibilità e sulla semplificazione delle procedure si gioca la partita della competitività degli scali italiani e della logistica; atteso che, per lo shipping, la sfida della decarbonizzazione è piuttosto complessa e impone di puntare su nuove tecnologie e combustibili alternativi e soprattutto richiede ingenti investimenti.

Come sistema camerale, da anni l’Economia del Mare è al centro delle nostre strategie con un’azione, che spazia dall’analisi all’attuazione di programmi, che, grazie al coordinamento di Assonautica Nazionale, trova la sintesi in una visione unitaria fortemente orientata alle sinergie dei territori. Il nostro Rapporto è diventato il documento di riferimento del sistema mare, che mettiamo a disposizione di tutti: operatori del settore, Istituzioni, associazioni, imprese e dell’intero cluster del mare”.

I dati

Il Presidente Acampora è così entrato in un focus sui dati: “I dati sono estremamente positivi come ci aspettavamo: l’Economia del Mare italiana conferma il suo trend di crescita. Con 228 mila imprese e 1 milione di occupati, l’Economia del Mare in Italia genera un valore aggiunto diretto pari a 64,6 miliardi di euro. Se consideriamo il valore attivato nel resto dell’economia, raggiunge i 178,3 miliardi di euro, pari al 10,2% del PIL nazionale. Cresce il valore aggiunto diretto con un +15,1%, pari a due volte la crescita media italiana (pari al +6,9%); cresce il moltiplicatore, pari quest’anno a 1,8, a fronte dell’1,7 della scorsa rilevazione. Ossia per ogni euro speso nei settori direttamente afferenti alla filiera mare se ne attivano altri 1,8 nel resto dell’economia; crescono gli addetti, con un aumento occupazionale del 6,6%, pari a quasi quattro volte quello registrato nel Paese (+1,7%). Rimane, invece, stabile il numero delle imprese. Al Mezzogiorno il primato per valore aggiunto, occupati e imprese; a conferma che l’economia del Mare è un fattore di riequilibrio economico del nostro Paese su cui si deve investire. Per quanto riguarda la filiera della “movimentazione merci e passeggeri via mare” i dati attestano una crescita ancora più vivace: il valore aggiunto diretto cresce del 19% (ed è pari a 12,7 miliardi di euro – 3° segmento dell’Economia blu per ricchezza prodotta); è la filiera con il moltiplicatore più alto: per ogni euro prodotto se ne attivano 2,7 nel resto dell’economia. Questo significa che il valore aggiunto complessivo sfiora i 47 miliardi di euro.

Sono valori importanti che dimostrano che la logistica marittima è una filiera di primo piano ed ha una dimensione nell’Economia del Mare italiana che merita la doverosa attenzione e la presenza di autorevoli rappresentanti dei principali Ministeri coinvolti attesta, ancora una volta, la volontà di questo Governo di procedere con compattezza nel percorso di attuazione della strategia marittima italiana”. – Ha concluso il Presidente Giovanni Acampora.

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