Salario minimo comunale, bocciata la mozione M5S-Pd

Il commento dell'opposizione: "Il Comune volta le spalle ai lavoratori fuori dalle contrattazioni sindacali"

«È un’occasione persa la scelta dell’amministrazione di non prevedere una retribuzione minima di 9 euro l’ora per lavoratrici e lavoratori assunti in appalti del Comune, anche laddove tale retribuzione è ben al di sotto di 9 euro come nel caso degli ausiliari del traffico. Attraverso un atto politico condiviso, avremmo potuto lanciare un segnale forte e preciso a sostegno dei lavoratori e dare un messaggio alla città su un impegno comune per il lavoro giusto e dignitoso». Lo dichiarano i gruppi consiliari di opposizione commentando la bocciatura da parte della maggioranza della mozione congiunta M5S-Pd per l’istituzione del salario minimo comunale.

Con la mozione, presentata in Consiglio comunale e sostenuta da tutte le forze di minoranza, il capogruppo M5S e i consiglieri del Partito democratico chiedevano a Sindaca e Giunta l’introduzione di questa misura qualora il contratto collettivo applicato non garantisse il raggiungimento della soglia minima di 9 euro l’ora. «Un atto di indirizzo politico importante, che ha visto tanti comuni italiani assumersi la responsabilità su questo tema e che avrebbe avuto un impatto enorme per tutti quei lavoratori stagionali tanti dei quali sottopagati. Pensiamo a chi lavora negli stabilimenti balneari, nella ristorazione, a chi è impiegato nei servizi di pulizia» sottolineano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032.

«Non basta dire che l’80% dei contratti nazionali collettivi prevede importi maggiori del salario a 9 euro. Bocciando questa mozione – affermano i consiglieri di opposizione – il Comune volta le spalle al 20% di lavoratori che non rientrano nelle contrattazioni sindacali e non hanno una retribuzione minima garantita proporzionata al lavoro svolto e necessaria a un’esistenza libera e dignitosa. La mozione prevedeva, tra le altre cose, di aprire un confronto costante con le organizzazioni sindacali al fine di verificare il raggiungimento dell’obiettivo proposto e la stesura di un report semestrale per valutare le condizioni degli appalti e dei lavoratori. Ma l’amministrazione Celentano ha detto no alla possibilità di intensificare la propria azione di vigilanza rispetto ai contratti collettivi nazionali corretti e a un coinvolgimento più diretto delle sigle sindacali».

«Come altri Comuni, anche Latina avrebbe potuto fare la differenza dando un segnale importante per il contrasto del lavoro povero, troppo spesso prodotto anche dagli enti pubblici, soprattutto per le nuove generazioni. Una vera occasione persa» è l’osservazione amara dei consiglieri, che rilevano anche: «Dispiace l’assenza della Giunta e della Sindaca al momento della discussione della mozione. Su un tema così attuale e delicato ci saremmo quantomeno aspettati un dibattito in aula anche alla presenza degli assessori e del Primo cittadino, ancora di più alla luce degli ultimi accadimenti che impongono una riflessione ampia e un piano politico per il lavoro giusto su cui non è possibile indietreggiare».

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