L’arte del Settecento protagonista a Sermoneta: inaugurata la mostra su Antonio Cavallucci

Il commento del sindaco Giovannoli: "Evento unico nel suo genere". La mostra resterà aperta fino all’11 febbraio 2024

È una delle mostre più interessanti degli ultimi anni, quella organizzata dal Comune di Sermoneta in collaborazione con la Diocesi di Latina, in onore del pittore del Settecento Antonio Cavallucci, nativo proprio di Sermoneta. A ospitare le opere dell’artista, nato nel 1752 in quella che oggi è corso Garibaldi a Sermoneta e morto a Roma nel 1795 è il Museo Diocesano di piazza Santa Maria. Si tratta di quadri appartenenti a collezioni private e che per la prima volta vengono esposte a Sermoneta: un simbolico ritorno a casa dopo tre secoli. La mostra resterà aperta fino all’11 febbraio 2024.

I tantissimi visitatori arrivati per l’inaugurazione sono stati accolti dal sindaco di Sermoneta Giuseppina Giovannoli, il vescovo di Latina Mariano Crociata e i curatori Vincenzo Scozzarella e Ferruccio Pantalfini. I quadri esposti provengono da collezioni private e musei e hanno soggetti religiosi o allegorici. Tra gli altri partecipanti, il vicesindaco Nicola Minniti, il Comune di Bassiano rappresentato dal presidente del consiglio Jerry Cantali, il comandante della stazione carabinieri di Sermoneta Antonio Vicidomini, il parroco don Leonardo Maria Pompei.

«Abbiamo voluto organizzare un evento unico nel suo genere», ha detto il sindaco Giovannoli, «questa mostra è una occasione per conoscere più da vicino un maestro che da tre secoli dà lustro al nome della nostra città. L’amministrazione comunale ha lavorato in questi anni per valorizzare ogni forma d’arte, antica e moderna, in un contesto suggestivo quale è il nostro borgo».

«I musei sono spazi aperti che, attraverso le testimonianze che espongono, lasciano intravedere dei varchi verso orizzonti culturali e spirituali di un passato più attivo e operante di quanto si pensi», ha detto monsignor Crociata sottolineando il dialogo artistico tra antico e moderno. In mostra, infatti, ci sono anche opere in alabastro dell’artista contemporanea sermonetana Emilia Isabella.

«Da tempo, ormai, la più accreditata storiografia riconosce in Antonio Cavallucci uno dei principali protagonisti nel panorama artistico romano del secondo Settecento – ha precisato Vincenzo Scozzarella, curatore della mostra insieme a Ferruccio Pantalfini –. Nel territorio pontino, a Bassiano e Sermoneta, sua città natale, si conservano alcune sue importanti creazioni, che possono offrire un’immagine più che eloquente di un artista che già in vita godette di un notevole successo».

Tra le opere di Cavallucci esposte ci sono “L’Origine della musica”, “La Carità”, “La Madonna col Bambino”, “Sacro cuore di Gesù”. «Nella ricerca di un linguaggio moderno, che potesse rispondere alle richieste dei privati e del clero, Cavallucci fece convivere tradizione e innovazione. Fu artista contemporaneo e la sua arte fu espressione della sensibilità e della cultura del proprio tempo», ha aggiunto il curatore.

«I capolavori del maestro Cavallucci dopo tre secoli sono tornati idealmente a casa, accolti dalla sua comunità, grazie anche alla collaborazione dei privati che hanno messo a disposizione le opere di loro proprietà per farle conoscere al pubblico: il commendatore Sossio Lupoli, Emma Cavallucci e la chiesa di Bassiano. A loro va il mio più sentito ringraziamento» ha concluso il sindaco.

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