Sanità privata, organici ridotti e carichi eccessivi: “La Regione convochi i sindacati”

La Cisl Funzione Pubblica Lazio chiede una convocazione da parte della Regione per discutere il problema e trovare soluzioni

Una richiesta di convocazione immediata alla Regione Lazio per discutere della difficile situazione che il comparto sanitario continua a vivere. È quanto deciso dalla Cisl Funzione Pubblica Lazio durante l’attivo che si è tenuto a Roma e che ha visto la presenza del Segretario Generale Cisl Fp nazionale Maurizio Petriccioli, del Segretario Nazionale Roberto Chierchia e del reggente regionale Giancarlo Cosentino. A rilanciare la richiesta anche il Segretario Generale della Cisl Fp Frosinone Antonio Cuozzo.

«Nella nostra regione, sono troppe le strutture private accreditate in grave carenza organica – spiegano dalla Cisl Fp durante il direttivo – Molte sono al limite, molte altre al di sotto dei parametri della normativa di accreditamento, con evidenti ripercussioni sui carichi di lavoro del personale e sulla qualità dell’assistenza alle persone. La Cisl Fp, insieme a Fp Cgil e Uil Fpl, ha sollevato da anni la necessità di controlli più serrati sulle dotazioni organiche e sulle tipologie di contratto adottate nella sanità privata. Dagli ospedali alle Rsa, alle strutture riabilitative, durante la pandemia, lo spostamento di personale, soprattutto sanitario, verso il pubblico, ha comportato gravi ripercussioni su organici già esigui, rendendo esplosiva la situazione, tra blocco delle ferie, doppi turni, cambi e spostamenti nei reparti per coprire le carenze. Dalla Regione e dalle controparti pretendiamo un cambio di passo a tutela dei lavoratori e dell’utenza. Per questo chiediamo che il presidente Francesco Rocca convochi subito il tavolo di confronto che si è impegnato ad avviare con le organizzazioni sindacali. Vogliamo iniziare subito a discutere delle tante questioni che riguardano il settore. A partire dalle strutture nelle quali ci sono vertenze aperte. Vogliamo discutere di organici, controlli e requisiti di accreditamento, e vogliamo che la Regione metta in mora tutte quelle che ancora oggi non applicano il Ccnl, a distanza di oltre 2 anni e mezzo dalla sottoscrizione. E questo non possiamo più tollerarlo».

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