Arrestata la banda dei furti d’auto: avevano colpito anche a Latina

Operazione dei Carabinieri che hanno arrestato cinque italiani per il reato di concorso in furto continuato, aggravato. Colpita anche Latina

Le indagini dei Carabinieri della Stazione di Numana sono risultate decisive per portare a termine l’operazione “USCITA 762”. Grazie a questo lavoro è stato possibile dare esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque cittadini italiani, indagati del reato di concorso in furto continuato, aggravato. L’ordinanza è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ancona. I malviventi hanno colpito con i loro furti anche la città di Latina, puntando a specifiche categorie di automobili.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona e giunta a conclusione dopo sette mesi di indagini, ha consentito di individuare il gruppo, tutti di origine pugliese, dedito principalmente all’attività predatoria nelle Regioni Marche, Abruzzo, Molise, Lazio e Puglia.

In particolare, è stato delineato un compendio indiziario secondo cui gli indagati erano dediti stabilmente alla commissione di delitti contro il patrimonio, segnatamente furti di auto lasciate in sosta sulla pubblica via, con delle incursioni predatorie muovendosi in gruppi vari, formati da due a quattro soggetti, a bordo di una sola auto, nottetempo, dai rispettivi luoghi di residenza in Puglia a quelli di commissione dei furti, distanti anche centinaia di chilometri, per poi tornare nel luogo di provenienza, entro le prime ore dell’alba.

La compagine malavitosa si concentrava spesso su veicoli con marche e modelli ricorrenti (Alfa Romeo Stelvio – Volkswagen Golf / Polo / T-Cross / T-Roc – Seat Leon – Peugeot 3008), sui quali si raccoglieva il loro interesse: la mancata consumazione di alcuni dei furti, per cause indipendenti dalla volontà degli agenti, o il successivo rinvenimento del veicolo prima dello smontaggio delle sue parti, ha contribuito a comprendere come avveniva l’impossessamento materiale dell’auto.

I veicoli, i cui furti non sono stati portati a compimento, presentavano la forzatura delle portiere, necessaria per introdursi nell’abitacolo. Successivamente, per eludere i moderni sistemi elettronici di protezione dei veicoli, gli autori del fatto procedevano alla rimozione e sostituzione delle centraline elettroniche, avvalendosi di apparecchiature dedicate alla programmazione di chiavi vergini o preposte alla cancellazione delle codifiche degli immobilizzatori.

Nell’ipotesi accusatoria, al sodalizio sono attribuiti nel periodo luglio / ottobre 2021 trentotto episodi delittuosi, avvenuti nelle province di Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Chieti, Campobasso, Latina, Bari e Bisceglie.

L’attività di indagine si è resa necessaria anche in considerazione di una massiccia recrudescenza del fenomeno criminale registrata a partire dai mesi estivi del 2021, coincisa con l’annullamento delle restrizioni agli spostamenti infra-regionali a contrasto della situazione pandemica.

Alcune località che si affacciano sulla fascia costiera medio-bassa adriatica, per la presenza di comode vie di fuga verso la rete autostradale, sono state più esposte ad incursioni ad opera di squadre, tra le quali si ritiene quella in parola abbia avuto un ruolo rilevante, in una sorta di shopping notturno.

L’indagine ha preso il via dopo il furto di un’Alfa Romeo Stelvio, verificatosi nella notte del 16 luglio 2021, in Marcelli di Numana. Da quella data, gli investigatori si sono messi sulle loro tracce, riuscendo a delineare un’ipotesi accusatoria fondata su queste circostanze: il ricorrente modus operanti, con l’organizzazione in più batterie; l’intrinseca gravità dei fatti, relativi a veicoli anche di un certo valore commerciale; la protrazione e reiterazione di fatti nel tempo con elevata frequenza;  la professionalità dimostrata nella perpetrazione dei reati.

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