Uniti per Aprilia: “Il Dopo di noi e assistenza ai fragili al primo posto nella prossima consiliatura”

La nota firmata da Caracciolo e Mammucari: "Non si può lasciare tutto alla spontaneità dei privati, la politica deve intervenire"

“Il dramma di un padre e di una madre per il futuro dei propri figli disabili quando verrà meno la loro presenza non può essere descritto con nessun tipo di parole. Ad Aprilia si è iniziato a costruire strutture idonee ad assicurare quello che viene chiamato “dopo di noi”, grazie alle iniziative dei privati. Sempre grazie ai privati oggi si sta realizzando una struttura per dare un pasto a chi non ha le disponibilità economiche per mantenersi, costruendo una “mensa per poveri” esempio di un modello avanzato di terzo settore che si prende cura della parte di fragile della società. Si tratta della seconda mensa sociale della città, se si tiene conto della struttura comunale di via Lione, inaugurata nel 2016”.

A sostenerlo sono stati, in una nota, gli esponenti della lista “Uniti per Aprilia – Luana Caporaso sindaco”, Gianfranco Caracciolo ed Alessandro Mammucari, che proseguono: “Ancora, l’esempio del Banco Alimentare o delle associazioni che assicurano un luogo caldo per dormire in inverno a chi è sprovvisto di un tetto, fanno ben comprendere come la nostra città sia caratterizzata da un vero e proprio welfare locale che parte proprio dal terzo settore e che difficilmente è riscontrabile in altre realtà. Ovviamente non si può lasciare tutto alla spontaneità dei privati e per questo sarà indispensabile creare subito, con i soggetti interessati, un luogo di incontro stabile per coordinare le iniziative pubbliche con quelle private, un tavolo permanente per creare sinergie indispensabili. E permettere a questo importante settore di crescere ancor di più, mettendo a frutto anche gli sforzi compiuti dall’amministrazione in questi anni.

Si tratta di un settore che tra l’altro richiede specializzazioni sempre più elevate e risorse adeguate alle risposte da dare ai soggetti interessati. Specializzazioni che devono essere concentrate in un modello di partenariato pubblico privato innovativo, sulla scorta anche delle evoluzioni normative degli ultimi anni.Sel’associazionismo privato (che tanto ha fatto in questi anni) deve mantenere un ruolo centrale, spetta al settore pubblico forniresempre più quelle alte specializzazioni richieste, anche attraverso il coinvolgimento del mondo universitario e degli IRCCS. Innovare, insomma, nelle forme di gestione anche tutto il settore che si occupa del dopo di noi e dell’assistenza ai fragili,partendo dalle buone pratiche esistenti nella nostra realtà e creando le basi per quella città partecipata e dei diritti che vogliamo contribuire a costruire”.

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