Sanità, mancato rinnovo del contratto per i precari: “Si rischia una bomba sociale”

UGL denuncia il rischio che potrà derivare dal mancato rinnovo del contratto, alla fine del 2022, per molti precari del comparto sanità

UGL denuncia il rischio che potrà derivare dal mancato rinnovo del contratto, alla fine del 2022, per molti precari del comparto sanità

Una nota a firma congiunta del Segretario Nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano e del Segretario della UGL Regionale Armando Valiani denuncia il rischio che potrà derivare dal mancato rinnovo del contratto, alla fine del 2022, per molti precari del comparto sanità assunti durante il periodo dell’emergenza covid.

“Condanniamo l’immobilismo di Zingaretti e del neocandidato, e già Assessore alla Sanità, D’Amato – dichiarano i sindacalisti – che costringe una moltitudine di precari in servizio presso le ASL, con contratti a tempo determinato, co.co.pro o partita iva, a rimanere senza posto di lavoro. Sono molti i professionisti che in questi giorni stanno ricevendo comunicazione in merito al mancato rinnovo da parte delle agenzie interinali. Dopo aver compiuto enormi sacrifici per contrastare il covid 19 ora viene messo da parte senza alcun riconoscimento, in spregio al generoso compito svolto al servizio dei cittadini. Queste donne e uomini – dicono ancora Giuliano e Valiani – hanno contribuito a mettere all’angolo il virus e meritano, senza dubbio, un riconoscimento che salvaguardi la continuità occupazionale e loro dignità, perché siano una garanzia per la popolazione di risposte sanitarie immediate, puntuali ed altamente professionali.

Abbiamo, come UGL, più volte sollecitato ad affrontare seriamente il problema dei precari non ricevendo alcun tipo di risposta. Un silenzio, quello di Zingaretti e della sua Giunta, carico di irriconoscenza. È arrivato quindi il momento di passare dalle parole ai fatti. Non possiamo più permettere di generare instabilità lavorativa in un momento molto delicato, dove gli effetti della pandemia prima e del conflitto in atto tra Russia e Ucraina hanno prodotto una sfiducia tangibile nei giovani e nei meno giovani. Basti pensare che sono circa 56.000 i percettori del reddito di cittadinanza nel Lazio con età compresa tra i 18 e i 29, circa il 34% di coloro che ne usufruiscono. Questi soggetti vedono come unica forma di guadagno questo sostegno, affidandosi quindi solo all’ assistenzialismo. In questo quadro la mancanza di risposte della Regione Lazio rischia di far deflagrare il problema senza trovare una soluzione che rappresenti una via d’uscita dignitosa. Se non verranno presi provvedimenti urgenti la cronica mancanza di personale, che costringe gli operatori sanitari a turni massacranti con carichi di lavoro inaccettabili, diventerà una bomba sociale non più disinnescabile riducendo ancora di più l’assistenza verso i cittadini e negando di fatto quel diritto alla salute che è tra i punti fondanti della nostra Costituzione” concludono i sindacalisti della UGL.

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