‘Il vaccino covid mi ha fatto ammalare’, dottoressa fa causa alla Asl di Latina

Una dottoressa di 47 anni della Asl di Latina ritiene di essere stata danneggiata dal vaccino Pfizer che l'azienda l'ha obbligata ad assumere

È dicerto un medico di lungo corso la 47enne, dipendente della Asl di Latina, che ha voluto rivolgersi alla giustizia per vedersi riconosciuto il diritto ad un indennizzo. Secondo la signora, infatti, la vaccinazione alla quale si è sottoposta, nel 2021, per continuare a lavorare (vaccino imposto dalla Asl di Latina), l’ha fatta ammalare. La richiesta, ed è il primo caso in provincia di Latina, è stata inoltrata dall’avvocato Renato Mattarelli.

La dottoressa si è sottoposta alla vaccinazione Pfizer nel gennaio 2021 (l’8 la prima dosa, il 29 la seconda) all’ospedale di Terracina, ed ha accusato una serie di problemi fisici praticamente qualche ora dopo la seconda somministrazione.

Appena un paio di giorni dopo, le fu diagnosticata una pericardite. L’esperienza della dottoressa le ha suggerito che questo malessere sia stato provocato proprio dal vaccino.
Nella richiesta di indennizzo, in base alla legge 210 del 1992, il medico-paziente ricostruisce dettagliatamente quanto avvenuto nei giorni successivi alla vaccinazione quando si recò all’ospedale Fiorini di Terracina “con picco febbrile, alterazione di tutti i parametri ematici e con versamento pericardico e pleuricobilaterale” come scrive nell’istanza.

Tutta da dimostrare, ovviamente, la connessione tra vaccino e pericardite. La 47enne, però, porta a sostegno della sua tesi gli accertamenti effettuati nei giorni e mesi successivi. Cosa che viene indicata, nei referti, anche dai medici che li hanno sottoscritti. Naturalmente, per avere lacertezza della correlazione, saranno necessari ulteriori approfondimenti clinici.
Uno degli ultimi esami risale al 29 settembre 2022 all’ospedale Goretti di Latina, dove la donna si è sottoposta a una risonanza magnetica nel cui referto si fa riferimento a presunti «danni permanenti post-vaccinali». Ad oggi il medico-paziente lamenta anche un’insufficienza mitralica con un versamento pericardico e altre complicanze.

“In sostanza – commenta l’avvocato Mattarelli – ci troviamo davanti a una vita e una carriera professionale interrotte per il medico che si è sottoposto all’obbligo vaccinale al fine di proteggere gli altri sanitari e i pazienti con cui sarebbe entrato in contatto. Il medico però non è riuscito a proteggere se stesso e a sua volta è diventato uno dei tanti pazienti a cui ha dedicato la vita”.

La dottoressa ha presentato all’Asl di Latina una prima domanda di indennizzo previsto dalla legge 210/1992 in favore dei soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, a cui seguirà anche la causa di risarcimento integrale dei danni. L’indennizzo infatti è un primo emolumento di natura assistenziale, simile ad una pensione di circa 850/950 euro mensili, mentre il risarcimento consiste in un più corposo e unico pagamento contenente tutte le voci di danno.

“Nel caso del medico pontino danneggiato – sostiene l’avvocato Mattarelli – si tratta di un danno alla salute anche psichica vista la reazione depressiva all’evento, morale da coazione psicologia alla obbligatorietà del vaccino e patrimoniale da perdita di occasioni di carriera e spese”. Un caso che si preannuncia particolarmente delicato, vista la complessità della materia e la necessità di individuare una o più controparti tra il Ministero della Salute, l’Aifa, il produttore del vaccino (Pfizer-Biontech), il distributore ed eventualmente la Asl.

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