Latina – “Nuove frontiere della selezione della bufala mediterranea”, l’iniziativa di Coldiretti

L’evento nella sede della federazione provinciale: affrontato il tema delle tecnologie innovative per il miglioramento genetico della specie

“Sviluppare nuovi strumenti selettivi e conoscenze a disposizione degli allevatori, per costruire mandrie in cui la biodiversitа viene mantenuta e preservata, il benessere migliorato e l’impatto ambientale diminuito, ossia le basi per l’allevamento sostenibile”. Sono alcuni degli obiettivi del “Progetto Big” di Anasb, l’Associazione Nazionale Allevatori Specie Bufalina che ieri è stata protagonista dell’incontro organizzato da Coldiretti Lazio a Latina: “Nuove frontiere della selezione della Bufala Mediterranea Italiana (BMI)”.

Un incontro al quale ha preso parte il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Regione, le Università degli Studi di Napoli Federico II e della Tuscia e l’Assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, Enrica Onorati.

L’evento si è svolto nella sede della federazione provinciale di Coldiretti in via Don Minzoni, 1, dove si è affrontato il tema delle tecnologie innovative per il miglioramento genetico della specie bufalina, insieme a Giuseppe Campanile, componente Cda dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e Umberto Bernabucci del Dipartimento Dafne dell’Università degli Studi della Tuscia. Al dibattito prenderà parte anche il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali con il dirigente Francesco Bongiovanni, Salvatore Claps, direttore del Centro di ricerca Crea-Za, Domenico Raimondo, Presidente del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, Mauro Donda, Direttore Generale Associazione Italiana Allevatori e al Direttore di Coldiretti Latina, Carlo Picchi.

Il direttore Picchi

“Quella lanciata da Anas è una grande sfida dell’innovazione – spiega Picchi – che abbiamo voluto cogliere per dare delle risposte ai nostri allevatori e naturalmente a tutti i consumatori. Proprio questi ultimi potranno sentirsi maggiormente tutelati da prodotti che provengono da una filiera tracciata e sostenibile. Obiettivi che per la Coldiretti sono sempre stati primari e che rispondono anche all’impegno per la transizione ecologica richiesto dalle istituzioni nazionali ed europee. Progetti come quello presentato oggi consentono di ottenere un allevamento tale da garantire una riduzione dello spreco di risorse e un maggior rispetto dell’ambiente”.

Fondamentale la formazione. “Quello della zootecnia bufalina è un settore che ha registrato un incremento in questi anni – prosegue il direttore, Carlo Picchi, che è anche presidente della Fondazione Bio Campus di Latina – mente resta poco sviluppato il processo di trasformazione del latte e questo dipende anche dalla scarsa formazione, che soprattutto i giovani hanno in questo ambito. Ecco perché l’I.t.s. ha previsto dei corsi ad Amaseno, che partiranno a fine ottobre e avranno la durata di due anni, per creare la figura professionale del “Tecnico della produzione e trasformazione dei prodotti bufalini” sia per il latte che per la lavorazione della carne”.

Anasb ed il ‘Progetto big’

Ad aprire i lavori il Presidente Anasb, Nicola Palmieri, al Consigliere e Direttore Anasb, Francesco D’Ausilio e Giacomo Bertolini, mentre il responsabile scientifico Gianluca Neglia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha illustrato il “Progetto Big” e il ricercatore Cnr Ibba, Stefano Biffani, coordinatore Uffici Studi Anasb, ha il primo focus sulla genomica della Bufala Mediterranea Italiana.

“Il “Progetto Big” ha come obiettivo il miglioramento genetico di caratteri innovativi legati alla resistenza/resilienza – spiegano da Anasb – a patologie (brucellosi, tubercolosi, paratubercolosi, emimelia trasversa), alla sostenibilitа ambientale (efficienza alimentare, emissioni in atmosfera), alla qualitа delle produzioni (caseificazione), alla valorizzazione della produzione della carne come prodotto secondario (ad esempio muscolositа e BCS) ed il mantenimento della variabilitа genetica nella razza bufala Mediterranea Italiana attraverso il controllo dell’inbreeding e la costituzione di una biobanca di materiale seminale maschile e embrioni”.

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