Si è conclusa sabato 6 settembre a Latina la settima edizione dei “Pediatric Simulation Games”, l’evento ideato dal professor Riccardo Lubrano, primario di Pediatria e Neonatologia all’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina e docente dell’Università “La Sapienza” di Roma. Quest’anno, i giochi, che hanno riunito 35 squadre di giovani medici specializzandi italiani e stranieri, si sono tenuti all’Istituto d’Istruzione Superiore Einaudi. L’obiettivo è formare i medici a uniformare i protocolli di emergenza pediatrica, così da garantire la stessa assistenza a ogni bambino in condizioni critiche, in qualsiasi parte del Paese.
A trionfare è stato il team dell’Università di Trieste, che nella finale ha battuto l’Università di Udine. Per il terzo e quarto posto, si sono classificate rispettivamente le squadre dell’Università di Firenze-Meyer e l’Università di Bologna Alma Mater Studiorum.
Premi speciali e giudici di fama internazionale
Durante la cerimonia di premiazione, sono stati assegnati anche riconoscimenti per le diverse specialità:
- Miglior CPR (Rianimazione Cardiopolmonare): Università di Milano La Statale – Clinica De Marchi.
- Miglior lavoro di squadra: Università degli Studi di Perugia.
- Migliore gestione delle vie aeree: Università degli Studi di Verona.
- Miglior visiting team: Hospital Universitario Miguel Servet de Zaragoza (Spagna), una novità di questa edizione.
La giuria, composta da 9 giudici, ha visto una nutrita delegazione del Children Hospital of Philadelphia, uno dei più importanti ospedali pediatrici del mondo, a garanzia dell’imparzialità e del profilo di eccellenza.
Un’esperienza di crescita e apprendimento
I quasi 350 specializzandi, provenienti da 31 università italiane e 4 dall’estero (Spagna, Francia e Portogallo), si sono affrontati in quasi 200 scenari di simulazione di emergenze pediatriche. Per la prima volta sono stati inseriti casi clinici più complessi, come intossicazioni o complicazioni di malattie reumatiche-traumatiche, per stimolare l’apprendimento.
“Siamo molto felici di come sia andata questa edizione”, ha commentato il professor Lubrano. “L’importante non è chi vince, ma che si alzi il livello tecnico e culturale della pediatria d’emergenza italiana”. A tal fine, per l’anno prossimo, gli organizzatori puntano a un maggiore confronto con altre realtà internazionali e a un aumento del numero di squadre straniere partecipanti.
“Imparare a giocare, giocare per imparare” è il motto dei giochi, e l’aspetto competitivo è passato in secondo piano, superato dalla gioia di imparare dai professionisti del settore e dalla possibilità di confrontarsi tra colleghi durante i debriefing, considerati una preziosa risorsa formativa.


