Sopralluogo di Copagri alla foce del Garigliano: l’appello alle istituzioni per salvare l’area

La sabbia ha occupato tutta la foce lasciando un piccolo passaggio difficile da percorrere per le imbarcazioni in entrambi i sensi

Continua inesorabile l’insabbiamento della foce del Garigliano. Il mare avanza mangiando la spiaggia. La scarsa attenzione nei confronti dell’area rende sempre più difficile la navigabilità e tutte le attività connesse.

Le tante segnalazioni da parte degli operatori della categoria, hanno portato il Presidente di Copagri Frosinone-Latina Fabrizio Neglia e il responsabile del Sud Pontino Erminio Di Nora (responsabile locale anche di UNCI Agroalimentare), ad effettuare un sopralluogo.

Le problematiche riscontrate e da risolvere sono numerose: nell’area insistono diverse aziende che gestiscono ormeggi per diportisti e pescatori professionali.  L’insediamento della foce pregiudica le attività turistiche e le gite fluviali perché non permette di risalire il corso d’acqua dal mare alla scoperta della storia e della natura che circondano la meravigliosa località della costa pontina.

“Lo stato attuale della foce – spiega il presidente Copagri FR-LT Fabrizio Neglia – rappresenta un problema per i pescatori che non riescono ad uscire in mare con gravi conseguenze economiche. Stesso dicasi per le attività che si incentrano sull’aspetto turistico.

La sabbia ha occupato tutta la foce lasciando un piccolo passaggio difficile da percorrere per le imbarcazioni in entrambi i sensi. Occorre dragare la foce per ripristinare la corretta navigazione. Si tratta di una delle tante problematiche che stanno mettendo in ginocchio il comparto ittico-marino di Minturno e dell’intero Golfo che, come Copagri, stiamo denunciando in questi mesi. La nostra organizzazione è vicina ai pescatori di tutto il litorale pontino e laziale e triplicherà ulteriormente i propri sforzi per dar voce ai pescatori e agli acquacoltori presso le sedi istituzionali”.

“Nella foce si vive perennemente in uno di disagio e di pericolosità – sottolinea Di Nora – che impedisce a chi per necessità lavorative o semplicemente ricreative o connesse alla pesca sportiva, intende frequentarla.

La mancanza di scogliere perpendicolari alla costa realizzate in prossimità della foce è un tema dibattuto da oltre 30 anni ma sembra che dietro la tutela di beni culturali e ambientali la sicurezza delle persone passi in secondo piano”.

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