Il Consiglio comunale di Latina respinge la mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina

L’opposizione: "Un’occasione persa per lanciare un messaggio di pace e responsabilità. In aula banchi vuoti e contraddizioni evidenti"

Il Consiglio comunale di Latina ha respinto la mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina, proposta dai gruppi consiliari di opposizione e sostenuta da numerose associazioni, tra cui l’Anpi. Dopo un iter lungo e tormentato, con rinvii e mancanze del numero legale, il documento è tornato oggi in aula, ma è stato bocciato dai partiti di maggioranza (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega), con l’astensione dei consiglieri della lista Celentano e di Noi Moderati.

«Abbiamo tentato di lavorare a un testo condiviso, con uno sforzo sincero di mediazione per arrivare a un’approvazione unanime» spiegano i gruppi firmatari (Lbc, Pd, M5S e Per Latina 2032). «Anche oggi abbiamo dato piena disponibilità ad accogliere quasi integralmente l’emendamento presentato dal consigliere Cesare Bruni, ma ci è stato chiesto di eliminare dal testo proprio il passaggio che per noi rappresenta il cuore della mozione: il riconoscimento dello Stato di Palestina come condizione necessaria per avviare un vero processo di pace fondato sulla prospettiva dei due popoli e dei due Stati».

Secondo i consiglieri di opposizione, è stata proprio questa rigidità a compromettere ogni possibilità di sintesi: «La maggioranza dirà che non abbiamo voluto modificare la mozione, ma è vero il contrario: siamo stati disponibili finché non ci è stato chiesto di snaturarne il significato politico e umano. A quel punto, il rifiuto di proseguire il confronto è arrivato dalla maggioranza stessa».

La seduta di oggi ha messo in luce anche profonde divisioni nel campo della maggioranza, testimoniante da un voto disomogeneo, e una preoccupante assenza di partecipazione: al momento del voto non erano presenti in aula numerosi consiglieri, tra cui Mauro Anzalone e Serena Baccini, e quasi la totalità della giunta, inclusa la sindaca Matilde Celentano, assente anche durante la discussione della mozione sull’adesione alla campagna “Ripudia” di Emergency. «Anche questo è un dato politico da sottolineare: l’assenza della giunta e della prima cittadina su un tema di rilevanza internazionale è un segnale di disinteresse grave. Non si trattava di scegliere da che parte stare nel conflitto, ma di ribadire il diritto di autodeterminazione di un popolo e la necessità di rilanciare una prospettiva di pace».

Non sono mancate le contraddizioni: «Colpisce – sottolineano i consiglieri – il voto contrario di chi in passato ha espresso pubblicamente solidarietà al popolo palestinese ma che oggi ha preferito respingere un atto dal valore simbolico e politico di alto profilo».

Le opposizioni ricordano che analoghe mozioni sono state approvate da Consigli comunali anche a guida centrodestra: «A Cisterna e Cori, ma anche a Terracina, Fondi e Sabaudia, storicamente governate dal centrodestra, sono stati approvati testi simili all’unanimità. A Latina invece ha prevalso la miopia ideologica».

In chiusura, i gruppi di opposizione ribadiscono il senso profondo della mozione: «Oggi non si votava solo un documento, ma si decideva che tipo di comunità vogliamo essere. Nei nostri interventi abbiamo condannato in modo chiaro e netto l’attacco terroristico del 7 ottobre contro la popolazione civile israeliana, così come abbiamo ribadito che la pace si costruisce solo riconoscendo dignità e diritti a entrambi i popoli».

«Il riconoscimento dello Stato di Palestina è il primo passo concreto per ristabilire un equilibrio minimo tra le due parti, creando le condizioni per aprire un tavolo negoziale tra soggetti entrambi legittimati, entrambi con pari dignità e responsabilità internazionale, e porre le basi di un negoziato equo. Ogni giorno di ambiguità alimenta l’instabilità, rafforza le frange estremiste e terroriste e allontana ogni possibilità di pace. Davanti a un genocidio come quello che avviene a Gaza, il silenzio e l’inerzia non sono più accettabili».

A margine della seduta, durante la discussione della mozione per il riconoscimento dell’isola di Ventotene come capitale ideale d’Europa, si è consumata un’ulteriore frattura nella maggioranza: «Per evitare che il documento venisse approvato anche con il voto favorevole di Noi Moderati, – spiegano i gruppi di minoranza – alcuni consiglieri di centrodestra hanno abbandonato l’aula facendo venir meno il numero legale».

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