Coletta sul processo chioschi: “La legalità è un dovere e la costituzione di parte civile un atto politico”

"In vicende così delicate, che toccano il rapporto tra economia locale e potenziali infiltrazioni criminali, non sono ammissibili esitazioni"

“Ho partecipato alla prima udienza del processo legato alla cosiddetta vicenda chioschi, un’inchiesta nata nel 2017 dopo una mia denuncia formale alla questura di Latina. All’epoca, da sindaco, segnalai anomalie preoccupanti legate a una serie di rinunce ‘seriali’ all’assegnazione di chioschi sul litorale: un campanello d’allarme che non poteva e non doveva essere ignorato”. Così l’ex primo cittadino Damiano Coletta interviene sull’udienza del processo sulle intimidazioni per i chioschi del lido, nel corso della quale il Comune è stato ammesso come parte civile.

“Sono lieto che, nonostante un ingiustificabile ritardo, il Comune di Latina sia stato finalmente ammesso come parte civile nel processo – commenta Coletta – Una decisione che riconosce il ruolo dell’ente e della cittadinanza tutta come parte lesa e che costituisce un passaggio fondamentale per tutelare l’interesse collettivo e la trasparenza dell’amministrazione pubblica. Non possiamo però ignorare – aggiunge – che questa deliberazione è giunta solo grazie alla pressione costante delle opposizioni e dell’opinione pubblica. Se non fosse stato per questa spinta dal basso, il rischio era che si perdesse un’occasione cruciale per affermare un principio di legalità e giustizia. In vicende così delicate, che toccano da vicino il rapporto tra economia locale e potenziali infiltrazioni criminali, non sono ammissibili esitazioni. La legalità non è un’opzione: è un dovere. Dobbiamo tenere sempre alta la guardia, perché la criminalità organizzata sul nostro territorio ha purtroppo dimostrato di potersi infiltrare e intaccare il tessuto economico e sociale con tutte le conseguenze che negli anni abbiamo appurato.  La costituzione di parte civile è un atto politico, prima ancora che giuridico. È la dichiarazione chiara che lo Stato c’è. E che chi prova a piegare le regole per interessi opachi troverà sempre chi è disposto a denunciarlo, ieri come oggi”.

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