Festini a luci rosse e traffico di resti umani al cimitero: al via il processo

Ci sono quattro soggetti che chiedono la costituzione di parte civile nel processo per la gestione del cimitero di Sezze per i fatti di marzo 2021

Si è tenuta ieri, presso il tribunale di Latina, l’udienza preliminare del processo per i fatti del cimitero di Sezze che ha portato, nel marzo del 2021, all’emissione di undici misure cautelari e all’iscrizione di altre 18 persone nel registro degli indagati.

Il gup Giorgia Castriota era chiamata a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio dei 29 indagati presentata dai sostituti procuratori Carlo Lasperanza e Valerio De Luca, titolari dell’inchiesta denominata ‘Omnia 2‘. L’udienza è stata però rinviata al prossimo 20 dicembre, a causa di una mancata notifica. Presenti, però, alcuni avvocati che hanno presentato 4 richieste di costituzione di parte civile. In primis quella del comune che deve, in qualche modo, salvaguardare la propria immagine di ente super partes. L’associazione ‘Caponnetto’. Quindi quella di un cittadino i cui cari sono sepolti nell’ipogeo e, infine, quella di una donna, anche lei di Sezze. Si tratta di una 32enne che, secondo le indagini, avrebbe avuto rapporti sessuali a pagamento all’interno dell’abitazione di Fausto Castaldi, ex custode del cimitero e principale indagato. Sarebbe rimasta coinvolta nella vicenda, si legge nella memoria presentata al giudice, a causa di alcuni problemi economici avuti all’epoca dei fatti. Da quanto emerge dalle carte, la donna sarebbe stata indotta a prostituirsi nella casa dove all’inizio facevo solo le pulizie. Secondo i suoi avvocati, quindi, avrebbe subito un danno visto il coinvolgimento in una vicenda giudiziaria decisamente più complessa.

Come si ricorderà, l’indagine ha avuto inizio nel 2019; era stata la procura di Roma che, ipotizzando un giro di prostituzione minorile all’interno del cimitero di Sezze, aveva dato il via ad una inchiesta che si è allargata. La procura di Latina aveva infatti poi scoperto che il custode della struttura percepiva denaro per assicurare la sepoltura dei defunti. Un affare molto redditizio al quale partecipava l’ex dipendente comunale Maurizio Panfilio, all’epoca impiegato dell’ufficio tecnico, che aveva il compito di assegnare i loculi. Destinatari di una ordinanza di custodia cautelare, oltre ai già citati Panfilio e Castaldi, anche il figlio di quest’ultimo, Antonio, titolare di un’impresa edile oltre ai titolari delle imprese funebri di Sezze: Gianni e Giusino Cerilli, Alfredo De Angelis, Fausto Perciballe, Gianluca Ciarlo. Inoltre Francesco e Antonio Fanella, titolari di una ditta di marmi; l’ex consigliere comunale Antonio Piccolo, l’ex vice sindaco Antonio Di Prospero, Pino Reginaldi, il vigile urbano Paolo Rosella, l’ex comandante dei carabinieri di Sezze Mattia Benvenuto.

Le accuse nei loro confronti, a vario titolo, sono corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in concorso e continuato; induzione indebita a dare o promettere utilità; distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato; peculato continuato; concussione in concorso; tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato; esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria.

Tutte accuse che, è bene sempre ricordarlo, andranno dimostrate in sede processuale. Nessuna delle persone indagate può essere ritenuta colpevole di nessuno degli addebiti sino a che non è un tribunale, al massimo grado di ricorso, che lo stabilisce.