Ha confermato la prima versione dei fatti fornita agli inquirenti anche davanti al gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere l’uomo che lo scorso 7 marzo ha sparato 7 colpi di pistola verso Giovanni Fidaleo e Miriam Mignano, uccidendo il direttore dell’hotel a Suio e ferendo gravemente la 31enne guardia giurata. Iniziano ad emergere dettagli sulla figura di Giuseppe Molinaro, l’appuntato dei Carabinieri accusato dell’omicidio e di tentato omicidio.
L’uomo, stando a quanto si è appreso, era in cura da tre anni da una psicologa e nel 2020, per disagi legati a sintomi depressivi, aveva seguito un percorso al servizio di psichiatria e psicologia militare dell’Arma dei carabinieri. Durante quella fase, durata alcuni mesi, era stata disposta temporaneamente la sospensione dal servizio e gli era stata ritirata l’arma di ordinanza, poi riconsegnata dopo la riabilitazione in servizio.
Da circa 20 giorni, però, il militare era di nuovo in malattia, pur continuando a detenere la pistola con cui ha aperto il fuoco quel tragico pomeriggio. Assistito dagli avvocati Giampiero Guarriello e Paolo Maria Di Napoli, davanti al magistrato ha confermato la sua ricostruzione dei fatti. Il fermo non è stato convalidato, ma il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere per omicidio e tentato omicidio, senza premeditazione.
Intanto la salma di Fidaleo, trasferita presso l’obitorio del ‘Santa Scolastica’ di Cassino, sarà sottoposta ad autopsia e domani pomeriggio nella chiesa di San Giorgio a Liri verrà dato l’ultimo saluto a un uomo gentile e stimato da tutti, come riportato dalla collega Angela Nicoletti sulle pagine di FrosinoneNews.eu.