“Nonostante pochissime eccezioni, ancora continuano, notizie e spot denigratori e scorretti sui carichi di lavoro delle strutture sanitarie territoriali, dei Pronto Soccorso, comparando tali attività con quelle dei medici di famiglia”, così Cristina Patrizi, Segretario Regionale Sindacato Medici Italiani del Lazio.
“A fronte di dati ufficiali sugli imponenti carichi di lavoro ai quali i medici di famiglia continuano da anni a fare fronte, che dicono esattamente l’opposto di quanto alcuni sostengono. Continuare pertanto a fare falsa informazione sui temi così scottanti di sanità pubblica, oltre a rivelarsi un autogol in termini di ricaduta di immagine per il SSN italiano, che nonostante il progressivo depauperamento di finanziamenti e la perdita di attrattività per i medici, continua ad avere i migliori risultati in termini di esiti di salute, ebbene queste narrazioni inesatte sulla attività dei medici di famiglia, contribuiscono a un clima di sfiducia che mina dal profondo la coesione sociale ed il patto che necessariamente deve essere saldo, tra medici e pazienti/cittadini”.
“Prima questione: i medici di famiglia in ferie, studi chiusi: falso! I medici di famiglia non hanno diritto a ferie retribuite come tutti i medici dipendenti e/o specialisti del nostro SSN, perché per usufruire di pochi e meritatissimi giorni di riposo si pagano di propria tasca un sostituto e, poiché reperire un sostituto è quasi impossibile, i giorni di eventuale e legittima astensione dal lavoro, si riducono a pochissimi giorni/anno, sempre comunque garantendo la regolare apertura di studio.
È del tutto evidente che il singolo medico di medicina generale non può lavorare h24 e 7gg su sette come a nessun altro lavoratore ed a nessun medico, si può mai chiedere questo. I medici di famiglia si sono organizzati negli anni per offrire risposte coordinate e di ottimali di presa in carico delle esigenze di salute non di emergenza-urgenza.
Nel Lazio i Mmg sono organizzati in UCP (unità di cure primarie) dove è possibile sempre dalle H. 10 alle 19, dal lunedì al venerdì avere una risposta dai medici di medicina generale.
L’attività della medicina generale all’ interno degli studi e/o UCP si svolge dal lunedì al venerdì e non nei festivi. I medici di famiglia hanno inoltre dato vita ad ulteriori forme di continuità assistenziale: nel Lazio esistono gli “Ambufest “(27 ambulatori nel Lazio, almeno uno per ogni distretto) e 11 ambulatori pediatrici che garantiscono la risposta della medicina generale tutti i festivi ed il sabato dalle 10 alle 19 e nei prefestivi dalle ore 14 alle 19.
Dalle 20.00 alle 8.00, inoltre, di tutti i giorni della settimana e sempre nei sabati e prefestivi, dalle 10 alle 24 e nei festivi h24, sono operativi sul territorio i medici di “guardia medica”, anche qui per le visite domiciliari e le richieste sanitarie non di emergenza-urgenza.
Si tratta quindi della completa copertura delle esigenze di salute afferenti all’ area della medicina generale che, ripetiamo, non contempla l’emergenza-urgenza.
Tale attività, vogliamo ribadirlo, è stata l’unica che è sempre stata aperta sul territorio anche e soprattutto durante la pandemia, quando le strutture di specialistica ambulatoriale hanno limitato la loro attività alle sole urgenze indifferibili o brevi e sono stati rinviati tutti gli interventi non urgenti, negli ospedali.
Dal 23 al 26 dicembre 2023 e nel ponte di fine anno ed Epifania. Gli ambulatori della medicina generale sul territorio hanno massicciamente fronteggiato le esigenze di salute dei cittadini con una media di accessi per Ambufest di 60-70 accessi/die, tutti affrontati da un singolo medico di medicina generale operante per ogni turno.
Ci sono stati complessivamente circa 4500-5000 accessi complessivi nel solo ponte di Natale 2023 solo nel Lazio, fronteggiate dai medici di medicina generali operanti su base volontaria a coprire tutti i turni festivi e prefestivi ed il sabato. Analogamente le postazioni di continuità assistenziale hanno garantito puntuali risposte ai cittadini.
Respingiamo al mittente quindi ogni accusa impropria, falsa ed immotivata che attribuisce alla medicina generale la responsabilità ed i numeri degli accessi in Pronto Soccorso durante le festività trascorse.
La chiusura dei singoli studi medici nei giorni festivi è quindi legittima chiusura dell’attività, garantita dalle altre succitate strutture e servizi di continuità assistenziale e nulla ha a che farie con le “ferie” che sono altro e che comunque il medico di famiglia paga di tasca propria e laddove reperisce un sostituto.
A tutt’oggi, nel pieno del picco influenzale, ogni minimo sintomo, anche i più lievi (le piccole febbri nei minori, la tosse pur lieve ma persistente da pochi giorni, i minimi malori transitori) inducono sia i genitori dei minori sia i pazienti adulti a ritenere indispensabile un consulto medico: anzi, laddove ritenuto non soddisfacente, ebbene si accede in altra struttura oppure il giorno successivo si passa dal medico di famiglia alla continuità assistenziale e poi in Ambufest e infine in Pronto Soccorso.
Dalla medicina generale, solleviamo, come Sindacato Medici Italiani, a questo proposito l’urgenza non più procrastinabile, della autocertificazione di malattia. È anacronistico e controproducente per il SSN che tutte le migliaia di certificazioni di malattia debbano transitare obbligatoriamente e pure “de visu”, dal medico
Milioni di pazienti occupano, così, le nostre strutture territoriali e della medicina generale, esclusivamente per ottenere tale certificazione e quasi sempre nulla di realmente sanitario.
È il momento di dire basta! Stop alle accuse ai medici di famiglia, basta con il pressappochismo, mettiamo i medici in condizioni di poter lavorare, tutti i medici del SSN, e sosteniamo nei fatti il nostro Servizio Sanitario e non con parole, spesso vuote e molto spesso sbagliate”.