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Pranzo a base di pesce da mille euro: scoppia il caso dello scontrino dell’estate a Ponza

Il conto arrivato al tavolo di 4 persone da 923 diventa virale e infiamma il dibattito sui prezzi nelle mete turistiche

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Un’isola da sogno, un pranzo vista mare e uno scontrino da capogiro: 923 euro per quattro persone, protagonisti di una giornata che sta facendo discutere mezza Italia. È accaduto a Ponza, dove il conto per un pranzo a base di pesce ha superato ogni aspettativa. E non certo per la quantità, ma per i numeri stampati in fondo al foglio.

A far lievitare il totale, secondo quanto emerso, sarebbero stati soprattutto gli scialatielli all’aragosta, che hanno raggiunto da soli la cifra di 759 euro, oltre a due bottiglie di biancolella delle Cantine Migliaccio dal valore complessivo di circa 120 euro. A quel punto, il conto finale ha sfondato la soglia psicologica dei 900 euro, trasformandosi in un caso virale nel giro di poche ore.

Sui social, lo scontrino è stato condiviso, analizzato, criticato. E come sempre in questi casi, il web si è diviso: tra chi grida alla speculazione da turismo d’élite e chi, invece, ricorda che l’aragosta era viva, pesata al tavolo, con tanto di prezzo esposto: 230 euro al chilo.

La difesa del locale coinvolto – affidata a fonti vicine allo staff – respinge ogni accusa e parla di «massima trasparenza», chiarendo che nessun cliente è stato colto di sorpresa: la scelta del crostaceo sarebbe avvenuta al momento, dopo averne visto peso e prezzo. Nessun intervento della Guardia di Finanza, nessuna contestazione formale. Solo una cifra, alta ma – secondo la versione del ristorante – giustificata da qualità, freschezza e metodo di preparazione.

Ma intanto il dibattito si è riacceso. Perché se da un lato è vero che il lusso ha un prezzo, dall’altro l’estate 2025 rischia di passare alla storia come l’ennesima stagione degli scontrini shock, soprattutto in località turistiche esclusive. Ponza, Capri, la Costiera: ogni estate regala uno scontrino che finisce in prima pagina.

Questa volta è toccato all’isola pontina, tra chi sorride e chi si indigna. Ma la domanda resta aperta: il costo dell’esperienza può superare il valore della trasparenza?

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