Gli infortuni sul lavoro non si fermano nemmeno d’estate. Nei primi sette mesi dell’anno in Italia si contano 607 vittime, 30 in più rispetto al 2024 (+5,2%). Di queste, 437 sono decedute in occasione di lavoro e 170 in itinere (nel tragitto casa-lavoro), con un incremento del 24,1% rispetto allo scorso anno. Lombardia, Campania, Veneto e Sicilia restano le regioni con il maggior numero di decessi, mentre i settori più colpiti sono Costruzioni, Manifatture, Trasporti e Magazzinaggio e Commercio. “Il bilancio è sempre più drammatico e conferma che non riusciamo a incidere sulle cause degli infortuni mortali, che si ripetono con le stesse modalità”, commenta Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, che ha elaborato i dati aggiornati a luglio 2025. Secondo l’indice di incidenza (18,3 morti ogni milione di occupati), finiscono in zona rossa Basilicata, Umbria, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Puglia. In zona arancione Abruzzo, Liguria, Calabria, Veneto e Sardegna. In zona gialla Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Lombardia. Lazio e Molise restano in zona bianca.
L’identikit delle vittime
Età: gli over 65 sono i più colpiti (61,4 morti per milione di occupati), seguiti dalla fascia 55-64 anni (29,1). Genere: le donne decedute sono 54 (+15% rispetto al 2024). Nazionalità: 131 le vittime straniere, con un rischio di morte più che doppio rispetto agli italiani (37,0 contro 16,1 per milione di occupati). Il comparto più colpito resta quello delle Costruzioni (67 vittime), seguito da Manifatture (59), Trasporti e Magazzinaggio (57) e Commercio (42). I giorni più pericolosi risultano il lunedì (23,3% degli incidenti mortali) e il venerdì (19,7%). Le denunce complessive a luglio 2025 sono 349.444, in leggero calo rispetto alle 350.823 del 2024 (-0,4%). Quasi 1 su 5 riguarda lavoratori stranieri.