Martedì 1° luglio alle ore 13 si terrà un sit-in di protesta davanti al Tribunale di Latina, in Piazza Bruno Buozzi, alla presenza degli organi d’informazione. I dipendenti scenderanno in piazza per rivendicare migliori condizioni di lavoro e la stabilizzazione del personale precario della giustizia. L’iniziativa, che si svolgerà in contemporanea in tutti gli uffici giudiziari d’Italia, sarà preceduta da un’assemblea sindacale alle ore 12, nella Sala Conferenze al primo piano del Palazzo di Giustizia pontino. A un anno dalla scadenza dei contratti a tempo determinato, lavoratrici e lavoratori assunti tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) chiedono una prospettiva stabile e un riconoscimento reale del proprio ruolo nel sistema giudiziario.
Punti chiave della mobilitazione saranno la stabilizzazione del personale precario assunto con fondi PNRR; la valorizzazione del personale a tempo indeterminato; la revisione dei salari, oggi inadeguati rispetto al carico di lavoro, alle competenze e alle responsabilità: “La giustizia non può reggersi sul precariato – dichiara Vittorio Simeone, Segretario Generale della FP CGIL Frosinone–Latina –I lavoratori precari sono una risorsa importante degli uffici giudiziari, al pari del personale di ruolo”. I dipendenti della giustizia lamentano salari bassi (di poco superiori ai mille euro) e nessuna prospettiva di carriera oltre a carichi di lavoro crescenti.
Queste condizioni stanno spingendo molti neoassunti a cercare impiego in altre amministrazioni pubbliche con migliori opportunità, impoverendo ulteriormente la giustizia. Nel Lazio, come nel resto d’Italia, le scoperture di personale oscillano tra il 30 e il 40%, con picchi ancora più elevati in alcune sedi. Il rischio è il collasso operativo di uffici già al limite, come testimoniano le attese sempre più lunghe per l’erogazione della giustizia. “Il Governo prevede di stabilizzare solo 6.000 dei 12.000 precari attualmente in servizio. Senza un intervento strutturale, continuerà la fuga di competenze e il deterioramento di un servizio essenziale per il Paese. Così si vanifica anche lo spirito del PNRR, che ha destinato circa 200 milioni di euro al Ministero della Giustizia”. Perché la Giustizia funzioni, servono persone, diritti e stabilità.