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Cassa integrazione in crescita nel Pontino: +28,2% nei primi sei mesi del 2025

Garullo (UIL): "Quasi 700mila ore concesse dall'INPS, tessuto produttivo in sofferenza e provincia esclusa dalla ZES"

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Cresce del 28,2% la cassa integrazione nella provincia pontina nei primi sei mesi del 2025. I dati INPS certificano un quadro preoccupante per il mondo del lavoro locale, con quasi 700mila ore concesse contro le 544.664 dello stesso periodo del 2024.

Oltre 153mila ore in più rispetto al 2024

Tra ordinaria, straordinaria e in deroga, sono state 698.330 le ore di cassa integrazione accordate a lavoratrici e lavoratori della provincia pontina nel primo semestre 2025, registrando un incremento di 153.666 ore rispetto all’anno precedente.

“Ciò che affiora da questo studio del Servizio lavoro, coesione e territorio del sindacato è la continua e costante sofferenza del nostro tessuto produttivo”, dichiara Luigi Garullo, Segretario generale UIL Latina.

Confronto con il 2023: situazione in peggioramento

Il raffronto con i dati consolidati del 2023 evidenzia un trend crescente: nel primo semestre di quell’anno furono 412mila le ore di cassa integrazione concesse nel pontino, confermando una progressiva difficoltà del sistema produttivo locale.

Posizione nel Lazio: terza per crescita

Nel panorama regionale, la provincia pontina si colloca al terzo posto per incremento di cassa integrazione:

  • Prima la Tuscia (+82,5%)
  • Seconda la Ciociaria (+72,4%)
  • Terza Latina (+28,2%)

Segno opposto invece per Rieti (-23,3%) e Roma (-11,3%), che hanno registrato contrazioni.

Numeri simili ad altre province italiane

I dati pontini trovano riscontro in realtà simili: Verbania con 735mila ore, Gorizia (772mila) e Matera (658mila) presentano cifre analoghe, evidenziando un fenomeno che interessa diverse aree del Paese.

Scenario nazionale: 305 milioni di ore complessive

A livello nazionale, il monte ore nei primi sei mesi del 2025 è salito a 305.543.494, rispetto ai 250.792.430 dello stesso periodo 2024. Anche i fondi di solidarietà crescono, passando da oltre cinque milioni di ore a più di otto milioni.

L’esclusione dalla ZES: occasione perduta

“È evidente che ci troviamo in una fase complessa di profonda trasformazione economica”, conclude Garullo, sottolineando la necessità di “politiche attive del lavoro, formazione e una seria politica industriale”.

Particolare preoccupazione desta “il mancato inserimento delle province laziali, compresa la nostra, nella ZES”, l’area strategica pensata per attrarre investimenti che ha visto invece l’ingresso di Umbria e Marche.

La mancata inclusione nella Zona Economica Speciale rappresenta un’opportunità persa per un territorio che, come dimostrano i dati sulla cassa integrazione, necessita urgentemente di strumenti per incentivare la crescita economica e garantire continuità occupazionale.

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