Una domenica di denunce e segnalazioni e un’intera comunità social, quella a tutela e difesa degli animali, che si mobilita per il benessere di un bel cane razza husky recluso su un balcone di una casa nel centro storico di Fondi, apparentemente abbandonato in pochi metri all’aperto pieno zeppo dei suoi stessi escrementi.
Qualche ora prima un tam tam a seguito di una foto pubblicata dall’alto che immortalava il povero animale abbandonato tra i suoi stessi bisogni, aveva fatto scatenare lo sconcerto di molti cittadini che, sui gruppi dei social network chiedevano alle istituzioni di intervenire.
Nel pomeriggio, l’attivista per i diritti degli animali Enrico Rizzi, che solo su Facebook vanta oltre 650 mila persone che lo seguono, da Roma si precipita a Fondi, sotto la casa dell’husky tra via Benedetto Terenzio e via Dante Alighieri. Viene chiesto l’intervento dei Carabinieri che oltre ad intervenire sul posto sentono i veterinari dell’Asl per capire come procedere. Qui si apre una vera e propria telenovela. L’attivista Enrico Rizzi passo passo, attraverso dei video, spiega cosa accade e cosa viene riferito dalle istituzioni. Prima pare che la dottoressa dell’Asl, avesse rinviato l’intervento al giorno successivo, salvo poi mettersi in macchina e giungere sul posto.
Nel frattempo, anche grazie alla rete di amici per gli animali e alla mediazione dei militari, i proprietari dell’animale fanno sapere di essere disponibili a cederlo. Ovviamente servono garanzie e qualcuno che se ne prende cura. Allora si contattano le associazioni della zona e una di queste, seppur piena di ospiti, dice di poterlo prendere con sé nell’immediato, anche se per un periodo limitato e in attesa dei tempi di adozione. Ma la questione si complica al momento dell’arrivo del veterinario dell’Asl. Viene scoperto che, nonostante un precedente intervento di qualche mese prima, il cane è sprovvisto di microchip e dunque, anche l’affidamento temporaneo diventa un problema perché, a termini di legge, è come se l’animale non avesse un padrone. La dottoressa alla fine decide si sequestrare l’animale – e fin qui tutti d’accordo – ma dopo un paio d’ore arriva la sfuriata sui social dell’attivista Rizzi che, una volta rientrato a Roma accusa che la vicenda si è conclusa portando l’animale in canile.
“Non si pensa mai al benessere degli animali” tuona in un video pubblicato sulla propria pagina social, chiedendosi come sia possibile che, anche se la legge prevede possibili affidamenti ad associazioni locali, alla fine si sia deciso di portare l’animale in canile, con un ovvio aggravio di spese per le casse comunali. Nel frattempo, un ondata di sdegno, sia sui social, ma anche nei pressi dell’abitazione dell’animale, dove si erano radunate diverse persone oltre alle forze dell’ordine, hanno denunciato la situazione in cui era costretto a vivere il povero cane.
