“Quando ho cominciato a scrivere ‘Il giardino dei nani solitari’ avevo in mente tante cose. C’era il caos, innanzitutto. Dentro e fuori di me. Certo, avevo in testa una storia. Ma non poteva essere come le altre, e se aveva come protagonista il mio personaggio seriale, quello che alla fine è come un marchio di fabbrica per l’autore se non proprio un alter ego, doveva riflettere come uno specchio all’esterno quello che c’era dentro. E c’era assenza di desiderio. Non di vita, perché la fame di sogni c’è sempre, ma mancavano gli obiettivi, i traguardi, i propositi. La curiosità c’era. A volte basta un dipinto, una fotografia, un’immagine, un film, una scena reale e scocca la scintilla. Così, ecco l’evocativo dipinto de ‘Il viaggiatore sul mare di nebbia’ di Caspar David Friedrich. Quel quadro è stato per me di grandissimo aiuto e ispirazione in un periodo della mia vita in cui ho capito, come dice nel romanzo José, ‘che la solitudine è assenza di vita dentro di sé, non assenza di vita attorno a sé’. Così, ecco la wanderlust, ecco il romanticismo, ecco tutti gli altrove. Ecco Ceuta con la sua disperazione umana, capace di scuotere l’anima, quella mia e quella di José Cavalcanti”.
Ecco, niente sconti, come è nello stile di Gian Luca Campagna, né per sé né per i suoi personaggi: ecco così la nuova avventura di José Cavalcanti ne ‘Il giardino dei nani solitari’ (Arkadia, 274 pp, euro 18) nelle librerie da qualche giorno e che verrà lanciato ufficialmente proprio al Salone del Libro di Torino venerdì 16 alle 16.30 nello stand della casa editrice Arkadia presso il padiglione Oval.
Questo romanzo è una favola per adulti o un romanzo per adulti adatto ai ragazzi? È una domanda che si porrà il lettore, perché in questa storia ci sono tutti gli elementi del viaggio dell’eroe riluttante che deve compiere una missione: c’è il mentore, il guardiano della soglia, il Proteus, il colpo di scena, c’è l’amore, la bella e il premio finale. Eccola, finalmente, la nuova storia che vede come protagonista José Cavalcanti, l’anarcodetective sentimentalmente anoressico creato dalla penna di Gian Luca Campagna, giornalista e scrittore di Latina. Stavolta siamo a Ceuta, nell’enclave spagnola in terra marocchina, dove il detective italoargentino, appena terminato un incarico, promette a un prete di un Centro d’accoglienza di immigrati di far ricongiungere coi genitori a Roma due ragazzini di origine sahrawi, la ribelle Latifa e il timido Mohamed. Ma il piano iniziale di accompagnarli fino a Malaga per imbarcarli sull’aereo diretto a Roma viene meno per lo scoppio della pandemia da Covid19. Messa una mano sulla coscienza, il detective decide di scortarli sul suo sidecar fino a Roma, percorrendo i tratti costieri spagnoli, francesi e italiani. Sulle loro tracce però ci sono due terroristi islamici, appartenenti a una sedicente polizia morale dello Stato islamico di Ponente, goffi e affetti da alitosi e meteorismo intestinale. Ma Cavalcanti in questo viaggio non sarà solo, sarà accompagnato da Monica, spogliarellista in cerca di redenzione decisa nel tornare a Roma dalla madre sola e malata. Ma niente è come sembra. In un mondo distopico, tra fughe clamorose, segreti inconfessabili, bugie quotidiane, prostitute dall’anima green, rivoluzionari fuori tempo massimo, complotti inverosimili, ecco un romanzo che è una vera e propria favola contemporanea adatta a tutte le età.
Il detective José Cavalcanti appare per la quarta volta nei romanzi di Gian Luca Campagna: nel 2017 è uscito ‘Il profumo dell’ultimo tango’, premio della critica al Barliario Salerno, tradotto nel 2024 in spagnolo dalla casa editrice Gogol col titolo ‘El perfume del último tango’; nel 2020 ‘La scelta della pecora nera’ e nel 2021 ‘Il teorema dei vagabondi pitagorici’.