Dalla provincia di Latina a quella di Roma, passando per il nord Italia e arrivando fino alla Sicilia: anche il Lazio rientra nella mappa delle truffe agli anziani che ha portato la Procura di Napoli a smantellare una vasta organizzazione criminale attiva su scala nazionale. 21 gli indagati complessivi, 15 dei quali raggiunti nei giorni scorsi da misure cautelari in carcere, 2 ai domiciliari e 4 sottoposti all’obbligo di dimora. Le accuse vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alle truffe, alla ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio.
Secondo gli inquirenti, tra maggio 2024 e gennaio 2025 il gruppo avrebbe messo a segno o tentato 33 truffe aggravate, molte delle quali consumate, con un bottino che supera ampiamente i 300 mila euro. Oltre al Lazio, i colpi sono stati registrati in Liguria, Lombardia, Veneto, Campania, Calabria e Sicilia, con episodi documentati anche tra Roma e Latina. Il meccanismo era collaudato: telefonate a domicilio da finti carabinieri o avvocati che annunciavano gravi incidenti stradali causati da figli o nipoti delle vittime. Per “evitare conseguenze”, agli anziani veniva chiesto di consegnare denaro o gioielli a un incaricato che si presentava poco dopo. Durante la chiamata, la linea restava sempre aperta per impedire verifiche.
L’organizzazione operava con ruoli ben distinti e si spostava utilizzando auto a noleggio e telefoni intestati a presunti prestanome. Il centro operativo era a Napoli, dove un appartamento fungeva da una sorta di call center dell’organizzazione. Ramificazioni erano attive anche in Sicilia, mentre il riciclaggio dei preziosi avveniva grazie alla complicità di operatori del settore orafo. Oltre agli arresti, sono stati sequestrati un laboratorio abusivo, un’abitazione, un’agenzia di scommesse, veicoli e contanti per oltre 100 mila euro. Recuperati inoltre gioielli e denaro per circa 150 mila euro nel corso delle indagini.
