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Sicurezza e convivenza civile: il sindaco chiede alle forze dell’ordine di intensificare la vigilanza

De Lillis: “Qualora fosse necessario, saremo costretti a emettere ordinanze di chiusura di alcune strutture”

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Il sindaco di Cori, Mauro De Lillis, chiede aiuto alle forze dell’ordine per dare una risposta agli episodi di disturbo della quiete pubblica e, in alcuni casi, a fatti che si avvicinano alla microcriminalità, che si sono ripetuti in alcune zone del paese negli ultimi periodi. Episodi che si verificano in particolar modo nel fine settimana e nelle ore serali, in piazza Signina e nelle zone limitrofe nel centro storico di Cori monte e che coinvolgono soggetti stranieri, residenti e non, ragazzi dei vari centri di accoglienza e, in alcuni casi, ragazzi del luogo. Un fenomeno che sta suscitando crescente allarme e preoccupazione tra i cittadini e che ha indotto il primo cittadino a rivolgersi ufficialmente alle forze dell’ordine. “È successo anche a me – dice De Lillis – di assistere a scene che non avevo mai visto a Cori e che ho inviato per le vie brevi ai carabinieri i quali, intervenuti, hanno riportato tutto alla tranquillità”.

“L’Italia ha il dovere di accogliere – prosegue – Cori deve fare la sua parte e le strutture deputate all’accoglienza devono fare la propria parte. Ma, qualora dovesse perdurare questa situazione, saremo costretti, per tutelare la sicurezza e la tranquillità dei nostri giovani, a emettere ordinanze di chiusura di quelle strutture che non riescono a garantire, allo stesso tempo, accoglienza e sicurezza. In particolare, mi riferisco a una struttura, che, a mio avviso impropriamente, accoglie minori appartenenti alla stessa nazionalità. Questo comporta la possibilità di creare dei veri e propri branchi di difficile governabilità”. Un mese fa sono state riunite tutte le strutture presenti a Cori, segnalando le criticità e le azioni che l’Ente avrebbe intrapreso di fronte al ripetersi di questi fatti. “Ciò che dispiace – chiosa il sindaco – è che questi episodi, relegati a due o tre persone che potrebbero essere con molta semplicità allontanate, agiscono nell’immaginario collettivo negativamente sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione. Questo non è giusto, soprattutto verso tutti gli altri ospiti che invece cercano, nella più totale tranquillità, una vita normale e dignitosa qui da noi”.

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