India – Un delitto sconvolgente ha colpito la nazione e il mondo dello sport. Radhika Yadav, tennista di 25 anni conosciuta nel circuito professionistico ITF, è stata assassinata dal padre nella loro abitazione mentre stava cucinando. A confessare il crimine è stato lo stesso genitore, un 49enne, che ha raccontato agli inquirenti di aver sparato alla figlia alle spalle con tre colpi di pistola.
“Mi prendevano in giro perché dipendevo da lei”, ha dichiarato l’uomo agli agenti della polizia, motivando così un gesto efferato e inspiegabile. Secondo la ricostruzione, un proiettile ha colpito Radhika al collo, mentre gli altri due le hanno perforato la schiena. Dopo aver commesso l’omicidio, il padre non ha tentato la fuga e si è fatto arrestare, ammettendo subito le proprie responsabilità.
A dare l’allarme è stato il fratello dell’assassino e zio della vittima. Radhika Yadav non era una stella del tennis mondiale, ma in India era un volto noto. Aveva disputato 36 match in singolare e 7 in doppio nel circuito ITF, prima di fermarsi a causa di un infortunio alla spalla. Nonostante lo stop forzato, aveva costruito una nuova carriera fondando una sua Accademia di tennis, conquistando l’autonomia economica e l’ammirazione di molti giovani atleti.
Una giovane donna indipendente, determinata, che aveva saputo reinventarsi. Ma proprio questa indipendenza, secondo quanto emerso dalle testimonianze, sarebbe stata alla base delle tensioni familiari. Il padre, ferito nell’orgoglio e incapace di accettare il nuovo ruolo della figlia, le avrebbe più volte chiesto di rinunciare all’Accademia. Un rifiuto che, nella mente disturbata dell’uomo, si è trasformato in condanna.
