“Starboy”, è il nuovo singolo di Vincenzo Cerbone detto “Cinci” che dalla scorsa notte si può ascoltare su alcune piattaforme. Non scrivo questo pensiero da moralista, per carità, ma sento il dovere di evidenziare il mio dissenso in merito ad una certa mentalità che si prefigge, creando illusioni, di invogliare i giovani a fare uso di stupefacenti al fine di acuire la propria creatività. Sento, pertanto, la necessità di rimarcare una verità innegabile, ossia che l’arte e le sue espressioni più elevate non sono assolutamente determinate dall’assunzione di sostanze allucinanti. L’ artista non diventa tale perché ha fatto uso di sostanze eccitanti, ma perché è nato artista. La droga non è un farmaco magico o un elisir che, se è assunto, crea la capacità artistica. Artisti si nasce: è madre natura, o Dio per chi crede, a donare il senso artistico ad alcune persone. Chi fa uso di sostanze stupefacenti danneggia progressivamente la propria mente e smette di esprimere il meglio di sé. Il disagio giovanile, quasi sempre, è legato all’uso di tutto ciò.
Nei dati di quest’anno da segnalare in particolare la persistenza di una alta prevalenza di uso di cannabinoidi sintetici e delle NPS che nel loro complesso rappresentano circa il 10% dei consumi. Sostanze queste “di nuova generazione” che hanno come fonte principale di acquisto il mercato del web. Ulteriore dato che colpisce è l’uso di psicofarmaci (SPM) riportato nella fascia 15-19 anni al 10,8% (nel 2021 era di 6,6%). A trarre vantaggio, pertanto, del messaggio di alcune canzoni sono solo gli spacciatori e le mafie, che traggono profitti milionari a scapito di tanti giovani che , inconsapevoli, cadono nelle trame del male più nefasto che la società attuale ha creato e diffuso.
Le mafie, quindi, applaudono e le e povere famiglie, che hanno figli devastati dall’uso della droga ed ormai inermi, i quali vivono come zombies, piangono. Sono anni che centinaia di Associazioni e migliaia di giovani si impegnano quotidianamente, andando nelle scuole, cercando di spiegare ai giovani perché la droga uccide e soprattutto a raccontare loro una realtà totalmente diversa da quella che i venditori di morte vogliono farci credere. Ancora una volta invece siamo di fronte ad un brano che esalta seppur in modo velato, la droga, i soldi facili, il sesso volgare. Sicuramente un testo che non farà bene alle nuove generazioni” così in una nota Ferdinando Tripodi, presidente dell’Associazione Diritti e Legalità.
