Il Natale non è uguale per tutti. C’è chi lo vive come un rito familiare, chi come un momento di evasione, chi ama scardinarne la retorica con una risata corrosiva o con un film capace di inquietare davvero. Per questo abbiamo scelto sei film lontani dai titoli più inflazionati, ognuno pensato per un diverso modo di attraversare le feste, senza rinunciare alla qualità e a uno sguardo più adulto e consapevole sul cinema. Sei pellicole da ‘gustare’ in un momento di relax, tra le calde mura di casa, per trascorrere in maniera alternativa il tempo in compagnia o da soli.
Natale in famiglia
Paddington (2014)
Paddington riesce nell’impresa rara di essere un film realmente trasversale, capace di parlare ai bambini senza semplificare e agli adulti senza ammiccare. La storia dell’orsetto immigrato che approda a Londra diventa un racconto profondamente natalizio, incentrato sull’idea di casa come luogo emotivo prima ancora che fisico. Il film lavora sulla gentilezza come atto rivoluzionario, contrapponendo l’apertura e l’empatia al sospetto e alla paura del diverso. Visivamente curato, narrativamente solido, è una visione ideale per la famiglia perché non infantilizza il pubblico e restituisce un senso autentico di calore e condivisione.
Natale tutto da ridere (e decisamente scomodo)
The Ref – C’eravamo tanto odiati (1994)
Qui il Natale è una trappola. Una notte di vigilia che invece di unire, scoperchia ogni frattura possibile. The Ref utilizza l’espediente del sequestro domestico per mettere a nudo una famiglia disfunzionale, dove rancori, frustrazioni e ipocrisie emergono con violenza verbale e sarcasmo feroce. Il film è costruito quasi interamente sui dialoghi, affilatissimi, che trasformano la commedia in una satira corrosiva sul mito della famiglia perfetta. Non è una risata rassicurante, ma liberatoria e spesso crudele: un Natale per chi ama l’umorismo nero e non cerca consolazione.
Natale sentimentale
The Apartment – L’appartamento (1960)
Nel cinema di Billy Wilder il Natale non è mai decorativo, ma emotivamente centrale. The Apartment utilizza le feste come simbolo di isolamento, di attese disattese e di desideri repressi, ambientando in quel periodo i passaggi più delicati della narrazione. La New York innevata diventa il riflesso di una solitudine moderna, fatta di compromessi morali e ambizioni svuotate di senso. Jack Lemmon e Shirley MacLaine incarnano una fragilità profondamente umana, rendendo il film una delle opere più malinconiche e sincere del cinema classico. È un Natale vissuto ai margini, lontano dalla festa, ma proprio per questo autentico.
Natale rosso sangue
Black Christmas (1974)
Black Christmas è uno di quei film che dimostrano come l’orrore possa nascere dal quotidiano, senza bisogno di eccessi visivi. Ambientato durante le festività in una casa universitaria, costruisce un clima di minaccia costante fatto di silenzi, telefonate disturbanti e spazi domestici che diventano progressivamente ostili. Il Natale, con le sue luci e le sue musiche, crea un contrasto disturbante con una violenza che resta spesso fuori campo ma non per questo meno angosciante. È un horror psicologico, teso e glaciale, che utilizza l’atmosfera come arma principale, lasciando un senso di inquietudine che persiste ben oltre i titoli di coda.
Natale classico (e impegnativo)
Fanny & Alexander (1982)
Il Natale immaginato da Ingmar Bergman è sontuoso, teatrale, carico di simboli, ma anche profondamente ambiguo. In Fanny & Alexander le feste segnano l’inizio di un viaggio emotivo che attraversa l’infanzia, la perdita e il confronto con l’autorità. La lunga sequenza natalizia iniziale è un trionfo di luce, calore e abbondanza, che verrà progressivamente messo in discussione dagli eventi successivi. Bergman usa il Natale come punto di partenza per interrogarsi sulla famiglia, sulla fede e sulla libertà individuale. Un film impegnativo, ma estremamente ricco, ideale per chi cerca un Natale contemplativo e d’autore.
Natale a tutta azione
The Long Kiss Goodnight (1996)
Ambientato durante il periodo natalizio, The Long Kiss Goodnight è un action che utilizza le feste come contrasto narrativo e visivo, amplificando il senso di straniamento della protagonista. Tra identità sdoppiate, memoria rimossa e un passato violento che riaffiora, il film mescola azione spettacolare e ironia tagliente. Il Natale fa da sfondo a un racconto di rinascita personale, dove la protagonista si riappropria della propria forza e autonomia. È un film meno celebrato di altri del genere, ma proprio per questo interessante: un’azione muscolare che non rinuncia a una dimensione emotiva.
Il Natale davanti lo schermo non deve per forza essere rassicurante. Può essere rumoroso, disturbante, malinconico o liberatorio, purché autentico. Questa selezione nasce per chi vuole vivere le feste attraverso storie che lasciano il segno, capaci di accompagnare le luci dell’albero con emozioni meno prevedibili, ma decisamente più profonde.
