Sei mesi, tanto è durato il calvario di Francesco Valeriano che, dallo scorso giugno era ricoverato in condizioni difficili dopo essere arrivato la scorsa estate all’Umberto I in condizioni disperate trasferito direttamente dal penitenziario di Rebibbia a Roma, dove era detenuto da poco più di un mese, a seguito di un trasferimento dal carcere di Cassino.
Il cameriere di Formia, conosciuto da molti per la passione per la musica e delle esperienze come dj, pare fosse stato vittima di un violento pestaggio, tanto che a seguito di quei fatti, era stata aperta un’inchiesta per vederci chiaro. Ora, si indagherà anche sulla morte. Per ora la salma è stata sequestrata ed è stata disposta l’autopsia. Le condizioni si erano aggravate lo scorso sabato.
Su quanto avvenuto a fine giugno ancora non c’è chiarezza. L’unica cosa certa, come denunciato dai familiari del 45enne, è che l’uomo sarebbe stato trovato agonizzante in cella. Poi il ricovero al Policlinico e infine il tour per vari ospedali del Lazio, mentre si cercava una struttura che potesse aiutarlo nell’affrontare la difficile riabilitazione che avrebbe dovuto svolgere per colpa di quelle lesioni celebrali gravi compatibili con un pestaggio che ancora non si sa per mano di chi sia avvenuto.
Francesco Valeriano era finito in carcere con l’accusa di maltrattamenti, purtroppo però, la sua detenzione è finita per diventare una condanna definitiva. Quanto accaduto riaccende l’attenzione anche sulla questione del sovraffollamento nelle carceri e spinge chi indaga a cercare di comprendere se, al di là di chi possa aver compiuto il pestaggio, ci possano essere state responsabilità o omissioni. Bisognerà anche capire se, dai risultati dell’autopsia, il decesso sarà compatibile o meno con le conseguenze del pestaggio dello scorso giugno. Nel frattempo rimane lo sconcerto e il lutto a Formia e dintorni, tra i tanti che lo conoscevano.
