Melanoma, l’immunoterapia noadiuvante riduce il rischio di recidive

L'utilizzo dell'immunoterapia in modalità neoadiuvante e adiuvante riduce il rischio di recidiva rispetto alla sola strategia adiuvante

Utilizzare l’immunoterapia prima (in modalità neoadiuvante- e dopo -adiuvante) della rimozione di un melanoma riduce enormemente il rischio di recidiva rispetto alla sola immunoterapia post-operatoria. E’ questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge da uno studio pubblicato sulle pagine del New England Journal of Medicine i cui dati sono stati presentati allo scorso congresso dell’European Society for Medical Oncology. – Si legge in una nota della Fondazione Umberto Veronesi -.

Melanoma come malattia cronica

Prima del 2011, anno in cui è stato approvato il primo immunoterapico della storia (ipilimumab), l’aspettativa di vita media per un melanoma metastatico era di soli 9 mesi dalla diagnosi. Oggi lo scenario si è completamente ribaltato e il melanoma sempre più spesso può essere trasformato in malattia cronica. Un esempio? Somministrare in prima linea la combinazione ipilimumab più nivolumab porta, secondo gli ultimi dati aggiornati, al 48% la sopravvivenza a 7 anni e mezzo dalla diagnosi. – Concludono dalla Fondazione Veronesi.

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