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Il Festival Empatia fa tappa al Labirinto Limito

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Il festival Empatia chiude la prima edizione lanciando la sua sfida di bellezza da un luogo che è un autentico altrove, dove ci si smarrisce per ritrovarsi. Infatti, oggi la tappa del festival itinerante nei luoghi più incantevoli e suggestivi della provincia di Latina toccherà il Labirinto Limito. Non è un caso che l’evento ha per titolo ‘Smarrirsi per ritrovarsi nel labirinto della vita’, un incontro con gli scrittori Graziella Belli, Susana Martín Gijón, Paco Ignacio Taibo II, Gian Luca Campagna, condotti dalla giornalista Daniela Novelli L’appuntamento è per le 18.30, con prenotazione obbligatoria wapp al 3494333269, con ingresso tassativo dalle ore 17.

Siamo in una sorta di altrove, sospesi tra Bassiano, Sezze e Sermoneta. È qui che sorge il Labirinto Limito, in una terra selvaggia ma ospitale, dove c’è il più grande vigneto-labirinto al mondo, lanciato dalla famiglia Carpineti, un marchio di qualità che dal vino ormai si estende al territorio. Un progetto folle e visionario, portato avanti da Paolo e Isabella, figli del capostipite Marco, e dall’architetto paesaggista Fernando Bernardi, che a mano si intestardiscono di dare concretezza alla bellezza, creando un gioco che tale non è perché nei labirinti ha senso smarrirsi per poi ritrovarsi.

Il Labirinto Limito è l’ultima invenzione della Tenuta Biologica Marco Carpineti, che ha sempre unito la sacra tradizione della cultura del vino della sua Cori con l’innovazione in nome della sostenibilità. È impossibile scindere la suggestione dei territori dal vino, soprattutto quando parliamo della famiglia Carpineti. È il 1986 quando Marco Carpineti inizia la propria avventura nel vino da una piccola casa di campagna con un pergolato di uve lungo la via Francigena, come eredità dei propri antenati. Marco Carpineti rappresenta, così, il vino che nasce delle storie degli anziani, di valorizzazione delle uve antiche che prende la forma delle colline della Tenuta Capolemole a Cori. Con la tenacia Marco Carpineti vede nel passato, nelle varietà arcaiche, nell’agricoltura lenta e naturale il futuro del vino: Bellone, Greco Moro e Nero Buono sono le uve autoctone ritrovate.

Così, nasce nel 2020 il progetto del Labirinto Limito, fatto di viti concentriche di un vitigno perso come l’antico Abbuoto, con le sue onde e le sue ombre, offrendo uno spettacolo unico per colori, profumi e suggestioni, per vincere i propri limiti perché l’obiettivo è andare oltre le linee dell’orizzonte.
È da qui che presentando i propri romanzi, le proprie storie, le loro riflessioni gli autori lanceranno quella ‘sfida’ al mondo secondo cui la letteratura può renderlo migliore. “Resto convinto che la bellezza salverà il mondo. Sì, partiamo dalla bellezza. E siamo convinti, non solo io, ovviamente, ma anche quella nutrita schiera di scrittori che ci scorterà in questa splendida follia visionaria che è il festival Empatia, che essa può salvare il mondo –dice Gian Luca Campagna, ideatore del festival-. Il Festival Empatia parte dall’iconica frase pronunciata nel romanzo ‘L’idiota’ di Fëdor Dostoevskij. Balbetteremo utopie come Ipolit e il principe Lev Nikolaevic Miškin? Ma sì. Incarniamo anche noi la figura dell’innocenza, della bontà e della purezza d’animo? Per Fëdor Dostoevskij, la bellezza è legata a un trinomio che abbraccia bellezza, verità e bontà, assoluta filosofia dell’autore. Per noi anche, ingenuità tenuta alla larga che mai si sposa con la cruda realtà di questo nostro mondo. L’ultimo incontro è portato a sottolineare con maggiore forza che la bellezza è la luce di speranza e cambiamento, contro l’apatia, il cinismo e l’indifferenza. Educare alla bellezza, quindi, cercando di contrastare le storture del mondo. Utopia? No, se ognuno di noi si fa portavoce di bellezza nel proprio microcosmo: così abbiamo scelto quattro splendide location del territorio della provincia di Latina per lanciare un messaggio di bellezza. Di empatia, anzichenò. Tutte queste isole che noi rappresentiamo potranno legarsi tra di loro con ponti di collegamento solidi, cercando di coinvolgere tutti e chiunque, partendo dalla bellezza d’animo fino ad arrivare alla bellezza nell’arte, nella natura, nella tecnologia. La filosofia del festival è sì la bellezza come via di approccio al mondo e alla contemporaneità, ma anche il legame empatico esistente tra i popoli nel mondo, uniti in nome delle emigrazioni, degli scambi, delle fratellanze”.

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