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Il consigliere regionale Enrico Tiero sotto indagine per corruzione: «Sono sereno, chiarirò ogni cosa»

La Procura avrebbe ipotizzato un sistema di agevolazioni nelle assunzioni di giovani presso alcune realtà imprenditoriali locali

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La notizia dell’indagine che coinvolge Enrico Tiero, consigliere regionale del Lazio per Fratelli d’Italia e presidente dell’XI Commissione Sviluppo Economico e Attività Produttive, ha inevitabilmente acceso i riflettori su uno dei nodi più delicati della vita pubblica: il confine tra politica, consenso e gestione delle opportunità economiche. Secondo quanto emerso, la Procura della Repubblica di Latina avrebbe ipotizzato un sistema di agevolazioni nelle assunzioni di giovani presso alcune realtà imprenditoriali locali, con il sospetto che dietro tali dinamiche potessero celarsi utilità personali o vantaggi indiretti per l’esponente politico. Al momento, tuttavia, si tratta soltanto di ipotesi accusatorie, in attesa di essere verificate nel corso dell’indagine preliminare. Consapevole dell’impatto pubblico di una simile vicenda, Tiero ha scelto di non sottrarsi al confronto, affidando al proprio avvocato, Cardillo Cupo, una dichiarazione ufficiale che chiarisce la propria posizione. «Ho accolto le contestazioni con comprensibile turbamento, ma mantengo serenità e fiducia nella Magistratura», ha affermato il consigliere, aggiungendo di essere pronto a comparire davanti al Giudice per le Indagini Preliminari «per spiegare in modo trasparente ogni passaggio e dissipare ogni dubbio».

La strategia comunicativa adottata – quella della trasparenza preventiva – è significativa. Non è comune, infatti, che un politico scelga di rendere pubblica un’indagine a proprio carico, ancor prima che la notizia emerga autonomamente. Una scelta che può essere letta come un gesto di responsabilità istituzionale, volto a evitare zone d’ombra e a preservare il rapporto di fiducia con l’opinione pubblica. L’avvocato CardilloCupo, nella nota diffusa alla stampa, ha sottolineato la volontà del proprio assistito di collaborare con i magistrati e di garantire la massima chiarezza: «Al termine dell’iter giudiziario – ha dichiarato – emergerà la correttezza dell’operato del consigliere Tiero, da sempre improntato alla legalità e al servizio delle istituzioni». Per il momento, la difesa ha deciso di non rilasciare ulteriori commenti, nel rispetto del segreto istruttorio e per non interferire con il lavoro degli inquirenti. La palla passa ora alla magistratura di Latina, che dovrà accertare la fondatezza delle contestazioni e stabilire se le condotte ipotizzate abbiano o meno rilevanza penale.

Al di là del merito giudiziario, la vicenda apre una riflessione più ampia sul rapporto tra politica e territorio, soprattutto in contesti come quello laziale, dove sviluppo economico e gestione delle risorse pubbliche spesso si intrecciano con reti di relazioni consolidate. In questo intreccio, la credibilità personale di chi amministra assume un valore decisivo: un capitale fragile, che si costruisce nel tempo ma può incrinarsi in un attimo. Tiero, da parte sua, si dice fiducioso che la verità emergerà «con rapidità e chiarezza». Sarà ora compito della magistratura stabilire se le accuse abbiano consistenza o se si tratti di un equivoco destinato a dissolversi. Ma il messaggio politico, nel frattempo, è già arrivato: la trasparenza non è più un gesto di difesa, ma un dovere pubblico.

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