Nel Golfo di Gaeta si registra una preoccupante diminuzione della presenza dei polpi, una specie considerata fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema marino. A lanciare l’allarme è Erminio Di Nora, coordinatore Copagri Sud Pontino e responsabile locale UNCI Agroalimentare, che sottolinea come la scomparsa di questo mollusco possa avere conseguenze gravi sull’intera catena alimentare.
Il polpo, infatti, svolge un duplice ruolo: come predatore regola le popolazioni di granchi – compreso il granchio blu – molluschi e altri invertebrati, evitando il deterioramento delle praterie di posidonia e degli habitat di alghe; come predarappresenta invece una risorsa alimentare essenziale per delfini, squali e grandi pesci. La sua rarefazione rischia quindi di innescare un collasso delle comunità marine del Golfo.
Secondo Di Nora, una delle possibili cause potrebbe essere l’utilizzo di trappole illegali per la cattura dei polpi, un fenomeno già documentato in altre zone d’Italia e d’Europa. “In Grecia – ricorda – l’organizzazione Sea Shepherd ha rimosso oltre 12.000 trappole in un solo mese, salvando migliaia di esemplari e proteggendo l’ecosistema. Nel 2022, al largo della Toscana, sono state recuperate 7.672 trappole, liberando centinaia di polpi destinati a morte certa”.
Il rappresentante di Copagri e UNCI sollecita quindi un’azione concreta anche nel territorio pontino: “Tempo fa – spiega – un’associazione di volontariato aveva proposto di concordare con l’Autorità Marittima una giornata dedicata alla verifica dei fondali con l’utilizzo di ancorotti, per individuare e rimuovere strumenti di cattura illegale. Molti pescatori della piccola pesca di Minturno, Formia e Gaeta si erano detti disponibili a collaborare. Purtroppo il progetto è caduto nel vuoto”.
Di Nora rivolge infine un appello alle organizzazioni ambientaliste affinché sostengano iniziative simili anche nel Golfo di Gaeta, a tutela non solo dei polpi ma dell’intero patrimonio marino locale, oggi più che mai a rischio.