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Filippine, due potenti terremoti devastano il Sud: almeno otto morti e allerta tsunami

Tra le vittime anche tre cercatori d'oro rimasti uccisi nel crollo di un pozzo che li ha sepolti in un tunnel nelle montagne a ovest di Manay

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Due violenti terremoti, di magnitudo 7.4 e 6.9, hanno scosso il sud delle Filippine a poche ore di distanza l’uno dall’altro, provocando la morte di almeno otto persone e ingenti danni. L’allerta tsunami, diramata subito dopo le scosse, non è stata ancora revocata.

Secondo un bilancio provvisorio diffuso dalle autorità locali, tre cercatori d’oro sono rimasti uccisi nel crollo di un pozzo minerario a ovest di Manay, nella regione di Mindanao. I soccorritori, coordinati da Kent Simeon, funzionario dei servizi di emergenza della città di Pantukan, sono riusciti a estrarre vivo un minatore, mentre altri lavoratori risultano feriti.

Altre vittime si registrano nella città di Mati, dove una persona è morta per il crollo di un muro, e a Davao City, dove la caduta di calcinacci ha provocato la morte di un uomo. Due persone sono invece decedute a causa di infarti durante il sisma, come riferito dai media nazionali ed esteri.

Il sisma principale è stato localizzato a circa 20 chilometri da Manay, sull’isola di Mindanao, ed è avvenuto poco prima delle 10:00 ora locale (le 04:00 in Italia), secondo quanto riportato dall’Istituto geosismico statunitense (Usgs). Circa dieci ore dopo, un’altra scossa di magnitudo 6.9 ha interessato la stessa zona, seguita da numerosi eventi di minore intensità.

Le autorità filippine hanno invitato la popolazione costiera a mantenere la massima prudenza e a seguire le istruzioni dei soccorsi, mentre le squadre di emergenza continuano a lavorare tra le macerie alla ricerca di eventuali dispersi.

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